Il crowdfunding immobiliare è una forma di investimento che ha rivoluzionato l’accesso al mercato del mattone. Consente a chiunque, anche con capitali limitati, di partecipare al finanziamento di progetti di costruzione, ristrutturazione o acquisto di immobili, attraverso piattaforme online autorizzate. La semplicità del meccanismo e la possibilità di diversificare il proprio portafoglio hanno reso questa modalità sempre più attraente per investitori privati.
Ma se da un lato il crowdfunding immobiliare è accessibile e potenzialmente redditizio, dall’altro richiede attenzione sul piano fiscale, in particolare per quanto riguarda la dichiarazione ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente). L’omissione o l’errata compilazione dei dati relativi a questi investimenti nella Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) può alterare la valutazione della propria situazione economica, con conseguenze sull’accesso a bonus, sussidi e agevolazioni.
Crowdfunding immobiliare e ISEE: perché è importante
L’ISEE è lo strumento principale che permette allo Stato e agli enti locali di misurare la condizione economica dei nuclei familiari italiani. Si tratta di un indicatore che tiene conto del reddito complessivo, del patrimonio (mobiliare e immobiliare) e della composizione del nucleo familiare, al fine di determinare la possibilità di accedere a prestazioni agevolate come l’assegno unico, le borse di studio universitarie, i contributi per l’asilo nido, le esenzioni sanitarie e molto altro.
La DSU, che rappresenta la base su cui viene calcolato l’ISEE, deve contenere informazioni dettagliate e aggiornate su tutti i beni posseduti, compresi quelli finanziari. In questo contesto, anche gli investimenti effettuati tramite piattaforme di crowdfunding immobiliare rientrano nel patrimonio mobiliare e, pertanto, devono essere esplicitamente dichiarati.
Omettere questi investimenti significa presentare una situazione patrimoniale falsata, con il rischio di ottenere benefici non dovuti e incorrere in sanzioni o nella richiesta di restituzione delle somme percepite.
Come dichiarare il crowdfunding immobiliare nell’ISEE
La corretta dichiarazione degli investimenti in crowdfunding immobiliare nella DSU è disciplinata da indicazioni specifiche fornite, tra gli altri, dalla Consulta dei CAF. Tali investimenti devono essere riportati nel quadro FC2, sezione II della DSU, che riguarda il patrimonio mobiliare detenuto al 31 dicembre dell’anno precedente.
È fondamentale distinguere tra due tipologie di partecipazioni:
- Società quotate: se l’investimento consiste nell’acquisto di quote azionarie di società immobiliari quotate nei mercati regolamentati, si dovrà utilizzare il codice 02. Queste partecipazioni rientrano nella categoria degli strumenti finanziari negoziabili in borsa e sono soggette a normative di trasparenza molto specifiche.
- Società non quotate: se invece l’investimento riguarda società non quotate – la forma più comune nel crowdfunding immobiliare – occorre indicarlo con il codice 99. In questo caso, si fa riferimento a partecipazioni in imprese che non operano sui mercati finanziari regolamentati, e che quindi richiedono una maggiore attenzione nel calcolo e nella documentazione del valore da dichiarare.
Il valore da indicare è quello detenuto al 31 dicembre dell’anno precedente, convertito in euro. La piattaforma di crowdfunding può fornire un documento riepilogativo utile per questa valutazione, ma in assenza di dati certi è consigliabile rivolgersi a un consulente o a un CAF per una valutazione coerente e conforme alle disposizioni vigenti.
Perché è fondamentale dichiarare correttamente questi investimenti
Inserire correttamente gli investimenti in crowdfunding immobiliare nella DSU non è una semplice formalità burocratica, ma un atto di responsabilità che ha conseguenze dirette sull’accesso a numerosi servizi pubblici. Un ISEE sottostimato, anche per disattenzione o mancanza di conoscenza, può comportare l’ottenimento di agevolazioni economiche che in realtà non spettano. E questo espone al rischio di controlli, sanzioni amministrative o richieste di restituzione delle somme percepite.
Dall’altro lato, dichiarare correttamente ogni voce patrimoniale, incluse quelle meno comuni come il crowdfunding immobiliare, protegge l’investitore da contestazioni fiscali e consente una pianificazione economica più consapevole e trasparente. È una questione di correttezza e di equilibrio tra diritto ai benefici e rispetto delle regole.
Per questo motivo, è fortemente consigliato rivolgersi a un CAF o a un consulente fiscale, specialmente quando si hanno investimenti non convenzionali nel proprio portafoglio. Questi professionisti possono supportarti nella classificazione corretta delle partecipazioni, nell’individuazione dei codici da utilizzare e nel calcolo del valore da indicare nella DSU.
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