Il cambio euro dollaro ha raggiunto quota 1,19 dopo la mezzanotte italiana aggiornando, di fatto, i suoi massimi degli ultimi 4 anni che erano stati rivisti al rialzo appena poche ore prima. Eur/Usd è in quindi in piena dinamica rialzista ed è plausibile che il trend possa proseguire fino a quando non arriverà l’ufficializzazione delle decisioni di politica monetaria della Fed. Il mercato sta scontando fino in fondo il primo ribasso del costo del denaro Usa da dicembre 2024. Si tratta di un driver molto potente che non esaurisce il suo effetto solo sul cross Eur/Usd ma al contrario condiziona tutto il mercato del forex.
E infatti anche il cambio Gbp/Usd e il cross Aud/Usd sono in repentino rafforzamento. L’attuale fase che il biglietto verde continua ad attraversare è efficacemente sintetizzata nella flessione dell’indice del dollaro Usa (USDX) che misura l’andamento della valuta americana rispetto a un paniere di sei valute globali (Eur, Jpy, Gbp, Cad, Sek e Chf). Ebbene il Dollar Index è sceso fino a quota 94,5 amplificando la sua dinamica al ribasso.
Questa la situazione in atto sul mercato del forex prima dell’apertura delle borse europee. C’è tanto dinamismo ed probabile che continuerà ad essercene altrettanto anche oggi. Un assist per i trader che operano intraday sfruttando tutti i movimenti di prezzo in ottica speculativa. Un quadro più rischioso per chi invece è alle prime armi.
Ma cosa succederà adesso al cambio Euro Dollaro? Cerchiamo di capire partendo dalle due forze che stanno dando direzione al cross in queste ore.
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Cosa influenza il cambio Euro Dollaro ai massimi da 4 anni
Se il cross Eur/Usd è arrivato ai livelli massimi dell’ultimo quadriennio è per effetto della combinazione di due forze che vanno in direzione diversa generando però lo stesso effetto combinato.
Da un lato c’è il dollaro più debole del solito a causa dell’approssimarsi del meeting Fed. Ora la debolezza del biglietto verde non è più un mistero visto che è da luglio che non accenna a segnali di inversione di rotta. Ma in questi giorni l’indebolimento ha forse segnato un passo decisivo. Del resto come poter immaginare evoluzioni diverse se la valuta americana non riesce a trovare alcun catalizzare diverso dal taglio dei tassi Fed? Il destino è quindi già scritto.
Dall’altro lato c’è invece l’euro che si sta mostrando sempre più resiliente grazie anche agli ultimi market mover di eurolandia: produzione industriale in aumento dello 0,3% su base mensile a luglio dopo il ribasso dello 0,6% di giugno (sempre su base sequenziale) e indice tedesco del sentiment economico ZEW in rialzo a quota 37,3 da 34,7. Morale del discorso: nonostante le tante paure sull’andamento dell’economia dell’area euro, il quadro reale è meno negativo di quello che si possa pensare. Contesto sfidante ma quadro resiliente significano euro più forte.
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Riunione FED driver principale per Eur/Usd (non solo per i tassi)
Ma se il primo taglio al costo del denaro da parte della Fed è dato per assodato da mesi, perchè il dollaro continua ad indebolirsi proprio su questa ipotesi? Insomma tutti sanno che la Federal Reserve taglierà i tassi, e allora le vendite massicce di biglietti verdi non sono eccessive?
No perchè in realtà soprattutto la dinamica della coppia Eur/Usd lascia intendere che stiano entrando in gioco speculazioni su quello che accadrà dopo perchè è su questo punto che non c’è sicurezza sia tra investitori che tra analisti. Secondo Jefferies lo snodo decisivo sarà il tono che il presidente Jerome Powell userà nella conferenza stampa successiva alla comunicazione sui tassi. Se il numero uno della Federal Reserve dovesse fare troppo riferimento alla dinamica dell’inflazione o all’incertezza sulla crescita dell’economia, allora le aspettative di altri tagli ai tassi Fed nel corso del 2025 potrebbero ridursi. Ancora più chiaro sarà il messaggio che potrebbe arrivare nel caso in cui Powell dovesse prendere di petto la questione e fare direttamente riferimento a quello che potrebbe essere l’effettivo percorso nel ribasso del costo del denaro. E poi ci saranno i dot plot dove vengono riportate le posizioni dei singoli membri della banca centrale sul futuro livello dei tassi.
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Cosa succederà adesso al cambio Euro Dollaro?
Lo diranno proprio l’esito dell’intervento di Powell e le indicazioni dei dot plot. La questione è chiara: se la Federal Reserve dovesse confermare le aspettative del mercato, il cambio euro dollaro potrebbe assestarsi. In caso contrario l’entità del rialzo è tanta che inevitabilmente anche lo spazio per la volatilità diventa ampio.
Lato tecnico e assumendo come riferimento proprio del meeting Fed, il fatto che la resistenza a quota 1,185 sia stata abbattuta conferma la forza che in questo momento hanno i compratori. Possibili assestamenti ma l’inversione di rotta che tanti operatori attendono per poter entrare ha davvero poche chances. Sarebbe necessario un arretramento fin sotto al livello annuale per poter pensare ad un cambio di passo. Alla luce della situazione attuale non sembrano proprio esserci le condizioni.
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