Quali saranno i tassi di interesse del nuovo BTP Futura novembre 2020? E quelle sul rendimento? Dopo l’annuncio sulla nuova emissione, è questa la domanda principale che inizia a circolare tra i risparmiatori che sono potenzialmente interessati a comprare il nuovo titolo che si rivolge ai soli risparmiatori retail.

Proprio a questo tema è dedicato il presente post che, lo anticipo, da qui al collocamento del nuovo BTP Futura (ricordo che l’operazione parte il 9 novembre e ha termine il 13 novembre alle 13), subirà degli aggiornamenti man mano che saranno diffuse le ultime previsioni sui tassi di interesse e sul rendimento del titolo.

Per poter già oggi elaborare delle stime, sono necessarie due cose: la lettura delle caratteristiche del BTP Futura novembre 2020 e uno sguardo di insieme sullo stato dell’economia in Italia. Per quello che riguarda il primo punto, è necessario andare ad analizzare cosa prevede la comunicazione del MEF in merito ai tassi di interesse minimi garantiti e agli eventuali tassi di interesse definitivi.

BTP Futura novembre 2020: tassi di interesse minimi garantiti ufficiali

La nuova emissione del BTP Futura prevede tassi minimi garantiti allo 0,35% dal primo al terzo anno; 0,6% dal quarto al sesto anno e per finire 1% dal settimo all’ottavo (ultimi due anni emissione). Ad ufficializzare l’ammontare della serie dei tassi cedolari è stato il MEF con comunicazione diffusa alle ore 13 del 6 novembre.

Precedentemente a questa comunicazione ufficiale si sapeva solo che i tassi di interesse del nuovo BTP Futura sarebbero stati crescenti nel tempo e compresi tra un minimo garantito dell’1% del capitale investito fino ad un massimo del 3% del capitale investito al quale va poi sommato il premio alla scadenza.

Per capire come è andata puoi confrontare i tassi minimi garantiti ufficiali del BTP Futura novembre 2020 con quelle che erano le previsioni che puoi trovare nei paragrafi successivi.

BTP Futura novembre 2020: tassi interesse attesi

I tassi di interesse del nuovo BTP Futura sono legati all’andamento del Prodotto Interno Lordo dell’Italia nel periodo di tempo coincidente con la durata del titolo quindi al PIL dei prossimi 8 anni. Questo significa che per conoscere i tassi bisognerà aspettare.

Ora, ci sono due modi per attendere gli eventi. Il primo è quello di restarsene seduti con le mani in mano mentre il secondo è quello di analizzare la situazione in atto e magari leggere anche quelle che sono le previsioni sul PIL Italia per l’anno corrente e per il prossimo anno.

In fin dei conti non c’è trucco e non c’è inganno poichè è stato lo stesso MEF a precisare che, per la determinazione dell’andamento del PIL italiano dei prossimi anni, si farà riferimento ai dati dell’Istat.

Ebbene, a causa dell’emergenza coronavirus (ma non solo visto che bisogna sempre ricordare che la ripresa economica dell’Italia era già fragilissima alla fine del 2019), non ha senso farsi illusioni e credere che i tassi di interesse a scalare possano raggiungere il livello massimo della forchetta. E’ lo stato attuale dell’economia italiana a suggerire la prudenza anche, proprio il crollo economico causato dal lockdown potrebbe generare un forte rimbalzo per il PIL italiano almeno nel 2021/2022.

Da mesi si parla di una possibile ripresa dell’economia a V o U e uno scenario simile farebbe lievitare verso la parte alta della forchetta i tassi di interesse attesi. Se così fosse, il problema sarebbero le prospettive dopo i prossimi 2 anni (ammesso che siano davvero 2 non sia uno solo vale a dire il 2021), quando esaurita la molla, l’economia italiana si ritroverebbe con i problemi di sempre.

Ma neppure il rimbalzo del PIL Italia 2021 sarebbe garantito se la pandemia non dovesse essere tenuta sotto controllo (una seconda ondata, come intensità pari a quella di marzo/aprile sarebbe una sciagura.

Ad ogni modo la sola cosa certa è che struttura stessa del BTP Futura è pensata per spingere il risparmiatore a tenere il titolo fino alla scadenza e quindi al rimborso da parte del Ministero dell’Economia.

Sotto questo punto di vista, quindi, la variabile tempo diventa fondamentale.

BTP Futura novembre 2020: rendimento sarà più alto della prima emissione?

Seconda domanda sempre in ottica previsioni: il nuovo BTP Futura renderà di più rispetto a quello della prima emissione? O il rendimento sarà più basso?

Fermo restando che poco si può dire prima della pubblicazione dei dettagli dell’emissione, ci sono però alcune considerazioni strategiche che ogni risparmiatore dovrebbe fare prima decidere come comportarsi tenendo ovviamente presente il rendimento del BTP Futura luglio 2030.

  1. Da luglio ad oggi, i rendimenti obbligazionari non solo non solo saliti, come in tanti speravano, ma hanno addirittura segnato un calo.
  2. La durata del BTP Futura emesso a luglio era pari a 10 anni contro gli 8 anni della nuova emissione. Questa differenza induce a sollevare un dubbio: per quale motivo il nuovo BTP Futura novembre 2020 dovrebbe offrire più del primo? Non è più logico pensare che possa avvenire il contrario.
  1. Come già detto nel precedente paragrafo, la situazione economica rappresenta un macigno con cui fare i conti. Rispetto a luglio, l’economia dell’Italia non sta messa meglio e la possibilità che possa esserci un qualche lockdown a causa della seconda ondata di coronavirus, non è di aiuto.
  2. Ammettiamo che alla fine il Tesoro decida davvero di assegnare un maggiore rendimento alla nuova emissione del BTP Futura. Vogliamo davvero credere che i tecnici del MEF non sappiano che, in uno scenario simile, i risparmiatori che hanno comprato il primo BTP Futura non siano tentatati dall’effettuare un’operazione di switch tra i due titoli?

Questi gli elementi che oggi sono da considerare per cercare di capire se davvero il nuovo BTP Futura in emissione dal 9 novembre possa avere un rendimento più alto del primo.