Oracle su un desktop e grafico di borsa
Crollo azioni Oracle (www.risparmioggi.it)

Il crollo delle azioni Oracle ha gettato nel panico gli investitori troppo esposti sul titolo e al tempo stesso ha fatto sgranare gli occhi di quelli da tempo in attesa del momento giusto per comprare. Reazione inevitabile degli uni e degli altri tenendo conto dei numeri del sell: -10% nell’after-hours con i prezzi sotto quota 199 dollari e -14% solo nell’ultimo mese. I fatti sono ampiamente noti con il sell-off scattato a seguito della pubblicazione dei conti trimestrali con il mercato che proprio non ha digerito i ricavi trimestrali più bassi delle attese della vigilia che produttore di software per database ha consegnato. A creare preoccupazione soprattutto il fatto che il fatturato sia andato in rosso nonostante la domanda molto forte messa a segno dalle infrastrutture di intelligenza artificiale. Per la prima volta è come se il treno dell’AI non fosse bastato.

Questa la cronaca in estrema sintesi. In vista dell’ultima seduta settimanale di scambi di Wall Street, è ora invitabile interrogarsi su cosa fare con il titolo del produttore di software. Dopo il tracollo, nel pre-market sembra esserci qualche spunto di fiducia. Questo potrebbe dire tutto ma anche niente. Si può trattare, infatti, di un classico tentativo di rimbalzo fisiologico oppure di qualcosa di più. Vanno colti i segnali.

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Cosa succederà adesso alle azioni Oracle: occhio a questi rischi

Le azioni Oracle sono crollate per un motivo reale, tangibile non per un rumors. Forse non c’è cosa peggiore per una big tech del non centrare le attese della vigilia su una voce così importante come i ricavi. Comprensibile la reazione brusca degli investitori. E comprensibile anche la freddezza degli analisti.

Sono gli esperti di Morgan Stanley a dirlo più chiaramente di tutti: c’è l’impressione che sulle azioni Oracle manchi un catalizzatore di breve termine. E’ questa un’affermazione pesantissima perchè implica una sola cosa: al netto del possibile rimbalzo tecnico che ci sta tutto dopo un crollo (e si intravede nel pre-market), nel breve periodo mancano assist rialzisti per le azioni Oracle.

Non solo ma, quasi paradossalmente, ad essere presenti sono invece potenziali spunti ribassisti. Sempre dalla trimestrale, infatti, è emerso che i cloud nel periodo di riferimento sono cresciuti nella parte più bassa della forchetta mentre la pressione sui margini lordi e sui margini operativi è salita troppo. La banca d’affari Usa dice chiaramente quali potrebbero essere le implicazioni di questi ulteriori punti deboli dei conti trimestrali del produttore di software: c’è il rischio che nel medio termine possa calare ancora di più la fiducia del mercato circa capacità di Oracle di implementare il suo ampio portafoglio di business GPU-as-a-Service (GPUaaS). Questo sarebbe un problema ed è forse proprio guardando a questo potenziale rischio che Morgan Stanley ha confermato la view prudenziale ribadendo il rating equalweight e il target price a 320$, anticipando però che proprio l’obiettivo di prezzo andrà in revisione (assieme alle stime sulla società).

Cosa fare con le azioni Oracle dopo il crollo in borsa?

Come comportarsi con le azioni Oracle se si assume come veritiera la valutazione di Morgan Stanley è facilmente intuibile.

I trader che operano in modalità speculativa possono di certo operare sul possibile rimbalzo tecnico che, stando a quello che si vede oggi nel pre-market, potrebbe presto concretizzarsi (e ci starebbe tutto vista l’entità del tracollo messa a segno dal titolo dei software dopo la trimestrale).

Il discorso è diverso se l’ottica è quella da investimento. Il fatto che i prezzi di Oracle nell’ultimo mese siano andati a picco non è garanzia di immediato rilancio e questo sia perchè comunque su base annua resiste un verde del 3% (che resta quasi niente rispetto a tante altre quotate tech ma comunque impedisce di andare “a sconto) e sia perchè, come detto da MS, mancano gli assist (anzi ci sono rischi).

Attenzione perchè la valutazione neutrale di Morgan Stanley non è rappresentativa di quello che è il prevalente filone sul titolo. La stragrande maggioranza degli analisti che coprono la quotata (25 su un totale di 44) è infatti bullish e suggerisce di comprare azioni Oracle, mentre i neutrali sono solo 10. Nel computo ci sono anche 3 analisti che dicono di vendere azioni Oracle. C’è quindi molta diversità di vedute ed è per questo che, volendo trarre delle medie, esse sarebbero su accumulate.

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Dopo possono arrivare i prezzi delle azioni Oracle dopo il crollo?

A dirlo sono i tanti cambi di target price che si sono succeduti proprio in queste ore.

Evercore ha tagliato il target price a quota 275 dollari da 385 dollari in scia all’aumento sequenziale negli RPO di Oracle. Gli analisti hanno fissato a 4 miliardi di dollari le entrare previste per il FY 2027 da Oracle Cloud Infrastructure evidenziando che esse potrebbero sostenere la crescita futura del titolo dei software.

C’è poi Stifel che ha rivisto al ribasso il target price a 275 dollari da 350 dollari citando, tra le criticità riscontrate in trimestrale, la debolezza dei piani di spesa in conto capitale nonostante l’aumento del 15% su base trimestrale degli RPO.

Infine BMO Capital che ha rivisto al ribasso il prezzo obiettivo a 270 dollari dai 355 dollari precedenti, ponendo l’accento sui ricavi deludenti evidenziati soprattutto dal segmento Cloud Services. A parziale compensazione il fatto che il flusso di cassa operativo di Oracle sia rimasto positivo.

Praticamente, nonostante le varie sfumature, per tutti e tre questi analisti, le azioni Oracle non possono andare oltre i 275 dollari. Il potenziale di upside rispetto ai prezzi attuali resta ma è molto più basso rispetto a quello precedente. C’è quindi un generalizzato cambio di prospettiva sul titolo e anche tra chi, come Jefferies, preferisce lasciare tutto come era (target price a 400 dollari) c’è la consapevolezza che i conti hanno deluso.

Del resto lo stesso prezzo obiettivo medio pari a 297 dollari è in ribasso rispetto a prima del crollo.

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Questo articolo è stato redatto a solo scopo informativo e non si può considerare in alcun modo un’indicazione operativa. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità sull’utilizzo delle informazioni riportate.