bottiglie di Campari e grafico di borsa
Accordo Campari Agenzia delle Entrate (www.risparmioggi.it)

La definizione dell’accordo tra Lagfin, holding di controllo di Campari, e l’Agenzia delle Entrate rappresenta un passaggio rilevante per il gruppo e per il mercato. La chiusura di una vicenda fiscale potenzialmente lunga e complessa elimina un importante fattore di incertezza che aveva inciso sul sentiment degli investitori e riporta l’attenzione sui fondamentali industriali e finanziari di Campari.

Per chi guarda alle azioni Campari in ottica di investimento, l’operazione rappresenta un elemento chiave da valutare insieme all’andamento del titolo, alle indicazioni degli analisti e alle prospettive di medio periodo.

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Accordo Campari Agenzia delle Entrate: i punti chiave

Lagfin ha raggiunto un’intesa transattiva con il Fisco italiano che prevede il pagamento complessivo di 405 milioni di euro, diluiti su un periodo di quattro anni. In cambio, l’Agenzia delle Entrate rinuncia integralmente alle proprie pretese.

Il calendario dei versamenti prevede:

  • una prima rata da 152 milioni di euro entro il 31 dicembre 2025
  • il saldo in rate trimestrali di pari importo, a partire da giugno 2027 fino a settembre 2029

La holding ha precisato che le risorse necessarie per la prima tranche sono già disponibili e accantonate, riducendo così l’impatto immediato sulla struttura finanziaria.

L’importo concordato è nettamente inferiore rispetto alle contestazioni iniziali, che facevano riferimento a presunte imposte non versate per circa 1 miliardo di euro nel periodo 2018-2020, con un sequestro di azioni Campari dal valore di circa 1,3 miliardi.

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La strategia di Lagfin e la tutela degli azionisti

Nel commentare l’operazione, Lagfin ha ribadito di aver sempre operato nel rispetto delle normative fiscali e di ritenere non applicabile la cosiddetta exit tax oggetto della contestazione. La scelta della transazione viene quindi presentata come una decisione strategica e non come un riconoscimento delle tesi dell’Amministrazione finanziaria.

Secondo la holding, un contenzioso avrebbe potuto protrarsi per anni, generando incertezza e possibili ripercussioni sul titolo Campari. Pur non mettendo mai in discussione il controllo del gruppo, una vicenda giudiziaria prolungata avrebbe potuto riflettersi negativamente sulle quotazioni di borsa.

La chiusura dell’accordo viene quindi letta come una misura a protezione degli azionisti, finalizzata a isolare Campari da una vicenda estranea alla gestione operativa e a preservare il valore nel lungo periodo.

Possibili conseguenze sulle azioni Campari

Sul fronte di borsa, le azioni Campari scambiano attualmente a 5,83 euro. L’andamento recente mostra segnali misti:

  • +3% nell’ultimo mese, indicativo di un parziale recupero del sentiment
  • -4,4% da inizio 2025, dato che evidenzia una performance ancora debole nel confronto con le attese di inizio anno

In questo contesto, la rimozione del rischio legale legato al contenzioso fiscale rappresenta un elemento potenzialmente favorevole, poiché il mercato tende a penalizzare l’incertezza più dei costi una tantum, soprattutto quando questi sono chiaramente quantificati e diluiti nel tempo.

Più nello specifico, tre sono le possibili conseguenze dell’intesa:

Tanto per iniziare c’è la riduzione del rischio e la maggiore visibilità e questo perchè la definizione della controversia elimina un elemento di incertezza che gravava sulla percezione del rischio del titolo.

Va poi considerato che l’impatto finanziario dell’intesa è più gestibile visto che la diluizione dei pagamenti su quattro anni attenua l’effetto sui flussi di cassa e consente al gruppo di mantenere flessibilità finanziaria.

Infine il possibile supporto alle valutazioni che può arrivare dall’accordo e questo perchè rimozione di un overhang legale potrebbe contribuire a una graduale rivalutazione del titolo, soprattutto se accompagnata da risultati operativi solidi.

Barclays rafforza la view positiva sul titolo

A sostenere la narrativa costruttiva sul titolo è arrivato anche il recente intervento di Barclays, che ha confermato il rating overweight sulle azioni Campari e ha rivisto al rialzo il target price a 8,6 euro.

Rispetto alle quotazioni attuali, il prezzo obiettivo implica un upside potenziale di circa il 47,5%:

  • Prezzo attuale: 5,83 euro
  • Target price Barclays: 8,6 euro

Secondo la banca d’affari inglese, il titolo presenta ancora margini di rivalutazione, anche alla luce di una progressiva normalizzazione dei fattori straordinari che hanno pesato sulle valutazioni.

Tirando le somme con il titolo a 5,83 euro, una performance negativa da inizio anno ma un target price a 8,6 euro indicato da Barclays, il potenziale di upside resta elevato. Nel medio periodo, la chiusura del dossier fiscale potrebbe rivelarsi un fattore di stabilizzazione e un punto di partenza per una rinnovata attenzione del mercato sul valore industriale del gruppo.

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Questo articolo è stato redatto a solo scopo informativo e non si può considerare in alcun modo un’indicazione operativa. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità sull’utilizzo delle informazioni riportate.