Con la pubblicazione di una trimestrale migliore delle attese degli analisti e la decisione di incrementare l’acconto sul dividendo 2026 rispetto a quello di un anno fa, Poste Italiane si candida ad essere uno dei titoli più promettenti in vista dell’apertura degli scambi. Nonostante il consiglio di amministrazione per l’approvazione dei risultati fosse in convocazione ieri, la diffusione del comunicato è avvenuta nel pre-market di oggi. Il timing suggerisce che le azioni Poste Italiane potrebbero quindi segnare variazioni di prezzo già dal primo minuto di scambi. I trader ne sono consapevoli e non c’è quindi da stupirsi se, proprio mentre è in corso la scrittura di questo articolo, sui gruppi di investitori la domanda su come è andata la trimestrale Poste Italiane (unita all’implicazione come reagirà il titolo Poste in borsa) stia rimbalzando da un thread all’altro. Molta curiosità anche sull’acconto sul dividendo Poste Italiane 2026, relativo all’esercizio 2025, che, come abbiamo già detto, è in forte aumento rispetto a un anno fa (a valere sul 2024).
Insomma ce ne è abbastanza per vederci tutto più chiaramente. Iniziamo proprio dalle decisioni in materia di remunerazione degli azionisti.
Acconto dividendo Poste Italiane 2026: l’importo finale
Prima tranche di cedola molto generosa per i possessori di azioni della quotata gialla. L’acconto sul dividendo Poste Italiane 2026, infatti, ammonterà a 0,4 euro per azione in rialzo di ben il 21% rispetto all’acconto staccato un anno fa (qui info sul dividendo Poste 2025). Tenendo conto del numero delle azioni aventi diritto, l’ammontare totale dei dividendi Poste Italiane che verranno staccati a titolo di acconto 518 milioni di euro. La consistenza della tranche non ha comunque stupito perchè era attesa. Si tratta, infatti, di un ammontare in linea con quella che è la politica dei dividendi che Poste Italiana adotta oramai dal 2019.
Due i giorni caldi che gli investitori devono segnare sul calendario: 24 novembre è la data di stacco dell’acconto sul dividendo Poste mentre il 26 è quella di pagamento (a partire dal). Remunerazione quindi imminente e anche essa in quello che sarà il dividend day di novembre, appunto lunedì 24.
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Come è andata la trimestrale di Poste Italiane
Una trimestrale forte era nell’aria e così è effettivamente stato. Poste Italiane ha chiuso i primi nove mesi dell’esercizio con ricavi pari 9,64 miliardi di euro in rialzo del 4,5% nel raffronto con i 9,23 miliardi di un anno fa e un utile operativo che è salito addirittura a doppia cifra (da 2,28 miliardi di un anno fa agli attuali 2,52 miliardi). In forte progressione anche l’utile netto che è passato da 1,6 miliardi a 1,77 miliardi con una dinamica positiva dell’11,2%. Positiva e in rafforzamento anche la posizione finanziaria netta che al 30 settembre era verde per 4,97 miliardi di euro contro i 4,34 miliardi di inizio anno.
Parametri forti, quindi, ma ancora di più lo sono quelli del solo terzo trimestre 2025 periodo che si è chiuso con ricavi in aumento del 3,9% a quota 3,18 miliardi di euro e un netto che è aumentato del 6,1% a quota 603 milioni di euro. Entrambi i parametri non solo sono migliorati su base annua ma hanno addirittura battuto le attese degli analisti che erano ferme a 3,17 miliardi per quello che riguarda i ricavi e a 582 milioni di euro pe quanto concerne l’utile.
Il fatto che la trimestrale Poste abbia superato le stime del consensus è senza dubbio un fattore positivo ai fini della reazione del titolo in borsa.
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Quali effetti sulle azioni Poste Italiane in borsa dopo la trimestrale
Le azioni Poste Italiane non sono un titolo deprezzato, anzi. Nel post-trimestrale i prezzi ripartiranno da 21,49 euro ossia il 5% in più rispetto a un mese fa. Il titolo, inoltre, da inizio anno è salito del 56%. In questo quadro, quindi, la trimestrale dovrebbe dare alle azioni Poste lo spunto per salire ancora. Questa almeno sarà la speculazione dei trader rialzisti.
Di sicuro ricavi e utile trimestrale daranno una spinta essendo stati migliori delle attese ma la guidance 2025 con la conferma del risultato operativo adjusted e dell’utile netto su tutto l’esercizio (3,2 miliardi e 2,2 miliardi) non ha aggiunto niente di più. Lo stesso dicasi per la politica dei dividendi per i prossimi esercizi che è stata confermata.
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