Oggi su Borsa Italiana non è stata una seduta come le altre ma è stata scritta la storia. Il Ftse Mib, infatti, ha toccato un nuovo record intraday a 44.450 punti, raggiungendo il livello più elevato dal lontano 2007. Il paniere di riferimento di Piazza Affari ha chiuso leggermente sotto ai massimi ma questo aspetto è secondario perchè la notizia è che con i record di oggi, il Ftse Mib ha praticamente completato un percorso iniziato circa 17 anni quando vennero insidiati ma non superati i massimi del 2000.
In comune rispetto al 2007 ci sono solo i numeri perchè oggi il paniere di riferimento di Borsa Italiana è molto diverso da quello che era nel 2007. Non ci sono più le “vecchie storie” alla ribalta. Al contrario la nuova realtà è rappresentata dalla continua capacità di reinventarsi in un contesto caratterizzato dal forte appeal del comparto bancario.
E proprio dal rapporto tra banche e Ftse Mib è il caso di iniziare per meglio inquadrare cosa significa il fatto che il Ftse Mib di Borsa Italiana sia tornato sui livelli di 17 anni fa.
Il ruolo del comparto bancario nel rally del Ftse Mib
E’ fuori discussione che il motore principale del rally del 2025 del mercato italiano sia stato (e sia) il settore bancario. Almeno quattro diversi elementi hanno giocato a favore delle banche:
- il rialzo dei margini di interesse (interest margin: favorito da un contesto di tassi ancora elevati, ha permesso un gap favorevole tra attività (prestiti) e passività (raccolta)
- gli alti payout dei dividendi del settore divenuti oramai un vero e proprio fattori di attrazione per i capitali sia internazionali che domestici
- la solidità dei bilanci delle banche: il patrimonio primario (CET 1 ratio) delle principali banche italiane si colloca su livelli elevati, garantendo un ritorno di capitale agli azionisti senza eccessive tensioni regolamentari. Oramai per gran parte del comparto si parla di buffer oltre il 13–14% o anche sopra il 15% in alcuni casi
- i dividendi azionari sempre più alti: in un contesto dove le cedole giocano un ruolo sempre più importante nel rendimento totale, le banche che le erogano elevati — in presenza di bilanci solidi — si distinguono come tagliate per l’appeal degli investitori.
Premesso questo, il ciclo virtuoso che si è venuto a creare è così riassumibile: gli alti tassi hanno comportato margini più robusti e quindi utili bancari più consistenti. Da qui i dividendi più generosi (lo si può vedere anche con gli stacchi di novembre 2025) e il conseguente più alto appeal da cui è infine scaturito un rafforzamento dei flussi sul settore bancario e in ultimo l’effetto traino su tutto il Ftse Mib.
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Il peso dei dividendi: più che una “tassa” sul ritorno
Da inizio anno, l’indice price (quello che non include i dividendi) ha segnato un +29,7%. Se si considera invece l’indice Total Return (che reinveste i dividendi distribuiti), la performance sale a +34,7%. Allargando il discorso su un intervallo temporale quindicennale, oltre la metà della performance complessiva degli ultimi 15 anni del mercato italiano si spiega con i dividendi: dal 2011 il Ftse Mib price è salito del +181%, mentre il Total Return ha registrato un +374%.
Questo significa che i dividendi su Borsa Italiana non sono un’aggiunta marginale ma al contario sono parte integrante della creazione di valore per chi ha investito sul mercato azionario italiano.
Questo rapporto ha tutta una serie di implicazioni:
- l’indice price in sé può dare una visione meno completa della performance reale per chi investe in azioni visto che raccoglie non solo l’apprezzamento del capitale ma anche i dividendi
- nel momento in cui si valuta la parte restante di potenziale rialzo, è necessario considerare quanta parte del rendimento futuro potrebbe ancora derivare dai dividendi: se buona parte del rendimento facile da dividendi è già stato scontato, allora il potenziale può essere più limitato.
- i dividendi fungono anche da buffer contro la volatilità: in contesti laterali o ad alto rischio, un rendimento da capitale sommano a un rendimento da dividendo può ridurre il rischio relativo rispetto a strategie esclusivamente speculative sul prezzo.
C’è ancora spazio per un ulteriore rialzo del Ftse Mib?
Dal Ftse Mib oggi alle previsioni. Cosa può succedere è la domanda che già da domani i trader si andranno a porre.
La risposta è: dipende.
Ci sono indubbiamente delle potenziali leve rialziste:
Tanto per iniziare se l’economia italiana e il settore bancario dovessero restare solidi, ci potrebbe ancora margine per ulteriori spazi di rialzo: Del resto basterebbe che i tassi scendano solo gradualmente per sostenere i margini bancari. Il supporto ad un ulteriore up del Ftse Mib può arrivare anche dai flussi di investimento verso l’Italia continuano: se essi dovessero restare alti, l’attrattiva dei dividendi elevati e delle banche robuste può attirare capitale fresh. Infine, ma qui siamo proprio nell’ambito delle ipotesi, eventuali ristrutturazioni del settore bancario, il miglioramento della qualità degli asset e la riduzione delle sofferenze potrebbero generare nuovi driver di rendimento e accrescere la fiducia. E se salgono le banche…allora sale anche il Ftse Mib.
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Logicamente ci sono poi i rischi destinati ad aumentare sempre di più man mano che la posta in gioco aumenta (ergo con il Ftse Mib su nuovi massimi). Tanto per iniziare i tassi sono un’arma a doppio taglio: se dovessero scendere molto o se la curva si dovesse appiattire, i margini delle banche potrebbero comprimersi. Inoltre prezzo attuale dell’indice incorpora già molto: chi acquista ora, sborsa ad un livello che compara a un massimo storico. L’upside residuo potrebbe quindi essere più ridotto rispetto al passato. Infine il dividendo: esso come leva aggiuntiva potrebbe aver già amplificato il rally, e lo stesso effetto motore potrebbe rallentare perchè la posta delle aspettative è davvero molto alta.
E allora è palese che per un investitore attento, la visibilità di un ulteriore rialzo esista ma sempre riserve. Il motore dei dividendi e del settore bancario ha già spinto molto, e il margine di ulteriori guadagni potrebbe essere più contenuto. Cosa significa tutto questo? Su RisparmiOggi non diamo consigli di investimento, tuttavia lo storia dice che il prossimo passo possa essere meno vigoroso di quello avvenuto fino ad ora e che quindi un eventuale rialzo possa essere più moderato.
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