Ieri sera dopo la chiusura delle contrattazioni Telecom Italia ha pubblicato i conti dei primi nove mesi del 2025. E’ quindi legittimo ipotizzare che la reazione del mercato possa esserci oggi fin dal primo minuto di scambi. Azioni Telecom Italia, quindi, assolutamente da tenere d’occhio con gli investitori che speculeranno proprio sulla qualità dei risultati delle prospettive di guidance di TIM. Tra l’altro le azioni Telecom Italia sono anche reduci da un periodo di discreta volatilità. Per loro la seduta di borsa di ieri si è chiusa a 0,49 euro, grossomodo gli stessi livelli del giorno precedente ma, all’opposto, in deciso calo rispetto agli 0,52 euro di una settimana fa.
L’idea speculativa è quindi molto semplice: la trimestrale di Telecom Italia sarà sufficiente a dare visibilità alle azioni TIM? Chi ha un minimo di esperienza nel trading con bilanci e conti trimestrali sa perfettamente che tutto dipende da quelle che erano le stime della vigilia. I risultati reali, quindi, sono da raffrontare con quelle che erano le attese.
Indice
Evoluzione dei ricavi e dell’EBITDA organico di Telecom Italia
Nei primi nove mesi del 2025, TIM ha conseguito ricavi organici (like-for-like) pari a circa 9,98 miliardi di euro, registrando un incremento del 2,3% rispetto agli 9,75 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. Il gruppo delle Tlc continua quindi a generare crescita organica.
Nel medesimo arco temporale, poi, il margine operativo lordo organico (EBITDA like-for-like) è salito da circa 3,04 miliardi a 3,20 miliardi di euro, segnando un aumento di circa 5,4%. La progressione è sintomatica di un buon controllo dei costi operativi e di una progressiva leva positiva sulla redditività interna.
Tuttavia, se si considera il dato complessivo di gruppo che include le anche le Discontinued Operations (tra cui la divisione Sparkle), l’EBITDA risulta essere calato del 15,9% attestandosi a 3,1 miliardi con una incidenza sui ricavi del 31,1% (era 36,8% nei primi nove mesi del 2024). Lo scostamento evidenzia come le attività non ricorrenti continuino a pesare sul profilo reddituale dell’intero perimetro.
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Risultato netto e indebitamento finanziario di TIM
Il risultato netto attribuibile agli azionisti è risultato negativo per 109 milioni di euro, un significativo miglioramento rispetto alla perdita di 509 milioni registrata nello stesso periodo del 2024. Il management ha precisato che tale cifra incorpora una perdita netta di circa 56 milioni per attività cessate o destinate ad essere cedute. Si tratta chiaramente di un segnale incoraggiante, anche se rimane una perdita: per gli investitori significa che la strada verso la redditività netta operativa è ancora da completare.
Sul fronte dell’indebitamento, alla fine di settembre 2025 l’indebitamento finanziario netto rettificato after lease era pari a circa 7,55 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 7,27 miliardi di inizio anno (consensus degli analisti attorno a 7,52 miliardi). Il dato contabile (non rettificato) era invece pari a 10,65 miliardi di euro. Contestualmente, la liquidità disponibile ammontava a 6,95 miliardi, sufficiente a coprire le passività finanziarie a breve termine (scadenza nei prossimi 36 mesi). Dal punto di vista del credito e del profilo finanziario, il dato pone l’attenzione sulla gestione del debito residuo e sulla necessità di mantenere flussi sufficienti per rispettare impegni e potenziali investimenti.
Generazione di cassa e investimenti
Nel periodo gennaio-settembre 2025 TIM ha generato un flusso di cassa operativo positivo per 806 milioni di euro: un risultato che evidenzia un’operatività stabile e una capacità di conversione in cassa ancora presente. Gli investimenti industriali (al netto delle licenze) sono stati pari a 1,21 miliardi di euro, in calo rispetto ai 1,30 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente.
Guidance e prospettive TIM per il 2025
Alla luce dei numeri realizzati nei primi nove mesi, il management ha confermato la guidance per l’intero esercizio. Facendo un rapido recap previsioni indicano:
- ricavi di gruppo in crescita tra il 2% e il 3%;
- un EBITDA organico after lease con una crescita di circa il 7%;
- investimenti complessivi pari a circa il 14% del fatturato.
Senza girarci tanto attorno, è evidente che la strategia di stabilizzazione del business e di ripresa reddituale sia stata confermata, e che il gruppo stia puntando a consolidare la crescita organica e l’efficienza operativa. Attenzione all’effettiva capacità del gruppo di tradurre l’EBITDA in risultato netto e alla sostenibilità del debito residuo.
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Quali effetti sui prezzi delle azioni?
Nel corso dell’ultimo mese le azioni TIM hanno messo a segno una progressione dell’1,73%. Il titolo dopo essere arrivato a toccare i massimi a fine ottobre, ha quindi tirato il freno a mano principalmente per ragioni tecniche (riprova è il fatto che negli ultimi 5 giorni è emerso un passivo del 3%).
Detto questo la trimestrale di Telecom Italia presenta una serie di segnali incoraggianti: dalla crescita dei ricavi organici al miglioramento dell’EBITDA organico fino a una perdita netta molto ridotta rispetto al passato. La conferma della guidance per l’anno non aggiunge niente di nuovo (non abbiamo quindi l’effetto sorpresa che tanto piace al mercato) ma rafforza la fiducia nella strategia del management.
Tuttavia, dalla prospettiva di investitore, è chiaro che resti centrale l’evoluzione del debito e la capacità del gruppo di convertire i miglioramenti operativi in utili netti sostenibili. Il contesto competitivo e la natura delle attività in uscita introducono elementi di incertezza che meritano attenzione nel valutare l’ingresso sul titolo (anche i prezzi sono più alti del 90% rispetto a quelli da inizio anno). Attenzione anche alle attività destinate alla cessione o già riclassificate come discontinued che influenzano il profilo reddituale complessivo.
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