Pesante ribasso per le azioni Stellantis nella seconda seduta della settimana. La quotata automotive nel primo pomeriggio registra un passivo di circa 3 punti percentuali con i prezzi che scivolano a quota 8,6 euro. Evidenziando una performance peggiore rispetto a quella di un Ftse Mib comunque assediato dalle vendite, Stellantis, a causa proprio del ribasso in atto oggi, ha portato il passivo accumulato nell’ultimo mese al 7,8 per cento. Il trend del titolo italo-francese è in palese peggioramento dal giorno della pubblicazione dei dati sui ricavi del terzo trimestre 2025. E proprio la “trimestrale” continua a dividere gli analisti. Da un lato, infatti, c’è chi ritiene che al titolo sia necessario sempre guardare con prudenza mentre dall’altro c’è chi lascia intendere un maggiore ottimismo confermando l’approccio bullish.
Insomma analisti divisi tra mantenere e comprare azioni Stellantis. Ed è questo il tema vero che anima gli stessi investitori facendo passare in secondo piano anche notizie più concrete rispetto alle valutazioni degli esperti come possono messere i dati sulle immatricolazioni auto in Italia nel mese di ottobre. Nonostante le buone indicazioni arrivate dal Ministero dei Trasporti, le azioni Stellantis sono infatti rimaste in rosso fin da questa mattina senza mai dare l’impressione di poter invertire la rotta.
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Tre analisti dicono di mantenere le azioni Stellantis
HSBC, Equita e Mediobanca hanno confermato la view prudenziale dopo la diffusione dei conti trimestrali di Stellantis. Nelle loro valutazioni traspare tutta l’incertezza che in questa fase caratterizza il titolo.
A restare particolarmente abbottonati sono soprattutto gli esperti di HSBC fermi sul loro target price a 8,5 euro, valore che è addirittura più basso delle quotazioni attuali del titolo. Per HSBC non ci sono dubbi: il titolo è al massimo da mantenere anche perchè ha spazio di risalita. Pur riconoscendo alcuni segnali di ripresa dai conti trimestrali di Stellantis (in particolare dal mercato Usa dove i prezzi medi di vendita hanno registrato un aumento più ampio delle stesse stime della vigilia), gli esperti britannici sono rinunciano al loro approccio prudenziale. Il motivo per cui viene confermata questa linea è sempre lo stesso: in Europa c’è troppa pressione competitiva che va ad intaccare i margini del gruppo. Del resto come pensare di poter cambiare prospettiva se lo stesso management non ha escluso possibili costi straordinari causati da probabili richiami di prodotti e dalla revisione in toto della strategia elettrica?
Un pò meno “tirati” di HSBC si sono invece rivelati gli analisti di Equita che hanno confermato il rating a hold rivedendo al ribasso a 9,5 euro il target price. Per la sim milanese va dato atto che nella trimestrale di Stellantis sono presenti spunti positivi, tuttavia ci sono una serie di elementi che fanno da contrappasso. Ad essere citati sono in particolare i nuovi costi non ricorrenti e la poca chiarezza sul secondo semestre 2025. Per gli esperti è un grande limite il fatto che nella guidance 2025 del colosso automotive non siano presenti indicazioni quantitative e che tutto al contrario sia lasciato a più generiche prospettive qualitative. Non ci sono indicazioni sull’andamento degli affari in Usa e neppure sul free cash flow. Troppo per essere controbilanciato dalla sola riduzione dell’impatto dei dazi (sceso da 1,5 miliardi a 1 miliardo).
Sempre tra chi suggerisce di mantenere le azioni Stellantis c’è poi Mediobanca. In questo caso la valutazione è leggermente migliore sul fronte del target price che è stato alzato a 9,9 euro (rating sempre hold). Per Piazzetta Cuccia le vendite trimestrale di Stellantis sono state in linea con le attese, buono anche l’aumento dei volumi. In relazione alla guidance, poi, apprezzabile il prospettato miglioramento di ricavi e redditività anche se il margine operativo rettificato resta previsto nella fascia bassa a una cifra. A completare il quadro è poi la revisione al ribasso dell’impatto dei dazi. Fin qui ne note positive. Per quello che riguarda quelle negative c’è invece la solita cautela dell’Europa dove la compressione dei margini causata dalla forte concorrenza dei prezzi e dalla crescita dei veicoli elettrici, continuerà a pesare.
Comprare azioni Stellantis è il consiglio di Banca Akros
Spostandoci decisamente di campo, tra chi consiglia di comprare azioni Stellantis (rating buy) c’è Banca Akros. Per questi analisti, i prezzi del colosso automotive hanno spazio per salire fino a 10,5 euro per azione. Un target price decisamente ambizioso e più alto delle quotazioni attuali che crea un apprezzabile potenziale di upside. Secondo gli analisti nella trimestrale di Stellantis ci sono tutta una serie di elementi positivi, dall’andamento delle vendite in Usa al calo dell’impatto negativo dei dazi fino alla possibile ripresa degli ordini nei prossimi trimestri grazie all’arrivo di nuovi modelli.
Vero è che Stellantis dovrà fare i conti con quella zavorra dei costi straordinari che è stata alla base della corsa a vendere azioni STLA nel giorno della presentazione dei risultati e con le oramai consolidate sfide in Europa, tuttavia la strategia di crescita in Usa, grazie anche al maxi piano di investimenti, potrebbe pesare in modo significativo sull’altro piatto della bilancia annullando l’effetto negativo causato dai fattori ribassisti.
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L’upside medio delle azioni Stellantis è molto contenuto
Fin qui abbiamo analizzato il punto di vista di quattro analisti specifici. Volendo però tirare delle somme, è alla media di tutte le valutazioni in essere e ai multipli che è il caso di guardare.
Per quello che riguarda il primo punto, c’è una sovrabondanza impressionante di valutazioni neutrali: ben 16 rating hold su un totale di 25 (ci sono anche 2 sell che appesantiscono il giudizio complessivo). Il target price medio, invece, è pari a circa 9,5 euro, appena l’8% in più rispetto ai prezzi attuali. Troppo poco per nutrire consistenti speranze per il futuro.
Per quello che invece riguarda i multipli, le azioni Stellantis stanno scambiando a multipli più bassi rispetto ai competitors. Il titolo, dopo il pesante ribasso causato proprio dalla trimestrale, scambia a 4,3 volte gli utili attesi per il 2026 decisamente sotto alle 6,7 volte del settore automotive europeo.
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