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5 sottoconti utili per ottimizzare il risparmio familiare (www.risparmioggi.it)

Gestire bene i soldi di casa non significa vivere di rinunce, ma decidere prima che fine farà ogni euro. I sottoconti (spazi, salvadanai, obiettivi: cambia il nome, non la sostanza) servono proprio a questo: separi gli scopi, togli ambiguità al saldo “tutto in uno” e ti costruisci un pilota automatico che lavora ogni mese al posto tuo. Inoltre, sono una delle regole di riferimento quando si parla di risparmio familiare.

Risparmio familiare: perché dividere il denaro in sottoconti funziona

Con un unico saldo è facile illudersi che “ci sia margine”. Finché arrivano bollette, assicurazioni o una manutenzione imprevista e il conto si svuota. La divisione in sottoconti fa due magie semplici: rende visibile il futuro (vedi quanto è finanziato ciascun obiettivo) e riduce la frizione (non devi più scegliere ogni mese perché praticamente hai già scelto prima).

Funziona anche psicologicamente: i soldi “etichettati” per emergenze o manutenzioni sono più difficili da toccare d’impulso rispetto al gruzzolo indistinto.

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I cinque sottoconti che ti semplificano la vita

1) Emergenze vere: qui vanno solo gli imprevisti seri (perdita lavoro, spese sanitarie rilevanti). Un obiettivo prudente è 3–6 mesi di spese essenziali: verso la fascia alta se il reddito è variabile o con figli a carico. È il primo cuscinetto da costruire e l’ultimo da toccare.

2) Manutenzione casa & auto: non è “se”, è “quando”. Per la casa, una regola pratica è accantonare tra lo 0,5% e l’1% del valore dell’immobile all’anno (salendo all’1–1,5% se l’immobile è datato o indipendente). Per l’auto conviene un mini scadenziario: tagliandi, pneumatici, batteria, freni, revisione. Trasforma ogni voce in costo annuo equivalente e spalmalo su 12 mesi: niente sorprese a fine stagione.

3) Bollette, imposte e abbonamenti: utenze, TARI/IMU se dovute, assicurazioni, servizi digitali. Somma i dodici mesi passati, fai la media e aggiungi un piccolo cuscinetto. Collegare qui gli addebiti diretti (SEPA) evita di pescare a caso dal conto principale.

4) Spese di tutti i giorni: spesa, trasporti, uscite. Qui non serve l’ossessione: scegli un tetto settimanale o una percentuale del reddito e alimentalo a inizio settimana. Se il saldo finisce, è un segnale onesto: la prossima settimana riparti.

5) Obiettivi a 3–24 mesi: vacanze, arredi, dispositivi, corsi. Stima il costo, sottrai eventuali acconti e dividi per i mesi che mancano: quello è l’accantonamento mensile. Quando l’orizzonte è oltre l’anno e non ti serve prontezza immediata, la parte “non imminente” può restare su un conto deposito svincolabile: resta liquida ma frutta qualcosa.

Automatizzare sul serio: quando, quanto, con che strumenti di risparmio familiare

L’idea è semplice: pagati per primo. Imposta i trasferimenti verso i sottoconti il giorno dopo l’accredito di stipendio o fatture: in questo modo non rischiano di “perdersi” nelle spese correnti.

Per emergenza e manutenzioni usa bonifici periodici fissi, mentre per bollette, collega gli addebiti direttamente al sottoconto dedicato mantenendo un buffer di 1–1,5 mensilità.

Due accorgimenti aiutano a chiudere il cerchio: una regola-soglia (quando il conto principale supera, per esempio, 1.000 €, sposta automaticamente l’eccedenza sull’obiettivo prioritario) e i micro-arrotondamenti delle spese con carta, che nel tempo riempiono il salvadanaio “obiettivi”. Ogni tre mesi fai una verifica rapida: bollette reali, preventivi aggiornati di gomme o assicurazioni, correzione importi se i prezzi cambiano.

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In pratica, ti bastano tre mosse operative:

  1. Calendario dei trasferimenti fissi post-accredito;
  2. Addebiti diretti dal sottoconto bollette;
  3. Una soglia automatica che riversa gli extra sul prossimo obiettivo.

Dove parcheggiare la cassa: sicurezza, imposte e bollo (Italia)

Per i sottoconti “di servizio” è fondamentale la liquidità: meglio conti o spazi che permettano accesso immediato. Per accantonamenti oltre l’anno, i conti deposito svincolabili offrono un compromesso tra rendimento e disponibilità. Ricorda il quadro fiscale italiano: gli interessi su depositi e conti sono tassati al 26%; sui conti deposito si applica anche l’imposta di bollo dello 0,20% annuo sul saldo, mentre sui conti correnti l’imposta di bollo è 34,20 € annui se la giacenza media supera 5.000 €.

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Quanto alla sicurezza, i depositi sono coperti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi fino a 100.000 € per depositante e per banca: se hai somme più alte, valuta di distribuirle su più intermediari. L’obiettivo, però, non è “battere il mercato”, ma avere i soldi giusti al momento giusto.

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