Giro di boa anche per il mercato degli ETF e quindi scatta il momento delle valutazioni sulle performance al termine della prima parte dell’anno fiscale 2025 (il FY termina il 30 settembre 2025). Un bel pò di conferme visto quello che è fin qui stato l’andazzo delle varie asset-class ma anche alcune sorprese. Una in particolare ha lasciato a bocca aperta gli investitori: chi era scontato che ci potesse essere nella lista (provvisoria) degli ETF più performanti del 2025 non c’è. Di contro ci sono gli ETF su cui in pochi avrebbero scommesso (buon per loro).
Un’anticipazione veloce veloce? Come da attese tra i top 10 ci sono tanti ETF su Bitcoin e sull’oro ma c’è neppure un ETF sull’intelligenza artificiale. Questo è il verdetto del mercato al termine del primo semestre 2025.
Cosa lega tra loro gli ETF più performanti dei primi nove mesi del FY 2025
A caccia di minimo comun denominatori che tengano assieme i fili del ragionamento perchè tra Bitcoin, oro e altre materie prime (vedremo dopo quali) c’è non poca correlazione.
Tutti e 10 gli ETF più performanti dei primi tre trimestri dell’anno fiscale 2025 hanno in comune la loro natura di bene rifugio.
Qualcuno si stupisce? Non dovrebbe farlo perchè se c’è un messaggio che i mercati hanno lanciato nel primo semestre 2025 è il bisogno spasmodico di sicurezza. In un contesto ad alta incertezza condizionato dalla guerra commerciale, dalla tensione geopolitica ma anche dall’inflazione anche in Usa continua a restare alta (spingendo la FED a mantenere il suo orientamento di politica monetaria) gli investitori hanno chiesto una sola cosa: certezze. E dove si possono trovare se non in tutti quegli asset che non dipendono dai profitti societari e dalla cresciuta economica?
Ecco il motivo per cui tutti e 10 gli ETF più performanti sono legati a tematiche di “store of value”.
Ci sono tanti ETF Bitcoin, altrettanti ETF sul gold e poi fondi che replicano il platino (e questa è una sorpresa) e stock di materie prime (sempre preziose).
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La classifica dei 10 ETF più performanti dell’anno fiscale 2025
Facciamo subito i nomi. Gli ETF compresi nella lista ETF sono quotati su ASX e CBOE. Alcuni degli ETF in elenco hanno una vita più bassa di tre anni e ciò rende più complesso adottare decisioni di investimento ponderate perchè, per farlo è preferibile sempre assumere una prospettiva temporale più lunga. La classifica degli ETF più performanti si basa su dati di Morningstar.
ETF | Ticker | Performance |
---|---|---|
Global X 21Shares Bitcoin ETF | CBOE: EBTC | 77.95% |
Monochrome Bitcoin ETF | CBOE: IBTC | 77.34% |
Global X Gold Bullion ETF | ASX: GOL | 43.52% |
iShares Physical Gold ETF | ASX: GOLD | 43.46% |
VanEck Gold Bullion ETF | ASX: NUGG | 43.37% |
Global X Physical Gold | ASX: GLDR | 43.15% |
Perth Mint Gold | ASX: PMGOLD | 42.60% |
Betashares Gold Bullion ETF (Currency Hedged) | ASX: QAU | 38.35% |
Global X Physical Precious Metals Basket | ASX: BMET | 35.43% |
Global X Physical Platinum | ASX: PLAT | 35.27% |
Basta uno sguardo veloce sulla tabella per notare subito la massima presenza di ETF su Bitcoin…e la sorprendente assenza di fondi sull’intelligenza artificiale.
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Gli ETF Bitcoin sono in assoluto i più performanti del 2025
Dominio totale degli ETF Bitcoin nella classica basata sulle prestazioni dell’anno fiscale 2025. In due casi, Global X 21Shares Bitcoin ETF (CBOE: EBTC) e il Monochrome Bitcoin ETF (CBOE: IBTC) i rendimenti sono da capogiro: quasi il 78%! Il motivo del balzo di questi fondi è arcinoto: il rally delle quotazioni di BTC. In un contesto di grave crisi geopolitica e di incertezza monetaria, ecco che Bitcoin prosegue il rafforzamento del suo ruolo di riserva di valore.
L’interesse di grandi player come BlackRock e JP Morgan sta poi facendo il resto: Bitcoin è sempre di più mainstream.
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Anche gli ETF oro sulla cresca dell’onda
Altro dato inconfutabile nella classifica dei 10 ETF più performanti del 2025: su 10 prodotti, ci sono ben sei ETF sull’oro tra cui iShares Physical Gold ETF (ASX: GOLD), VanEck Gold Bullion ETF (ASX: NUGG) e Perth Mint Gold (ASX: GOLD) che nei primi sei mesi hanno messo a segno rendimenti di oltre il 40%.
Il gold sta traendo beneficio da una domanda sia tattiva che strutturale: da un lato ci sono inflazione, aumento del debito e tensioni geopolitiche sempre forti che spingono la corsa ai beni rifugio; dall’altro c’è la corsa agli acquisti da parte delle banche centrali di tutto il mondo che oramai da tempo stanno riempendo di lingotti i loro forzieri.
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La sorpresa sono gli ETF sul platino
Fino ad ora abbiamo posto l’accento sulle conferme, ma come detto ci sono anche le sorprese. Nella classica ecco sbucare l’ETF Global X Physical Platinum (ASX: PLAT) con il suo rendimento del 35% nell’anno fiscale 2025. La forte domanda a fronte di un’offerta che resta contenuta è stata alla base della popolarità di questo fondo. Il punto è che la produzione di platino continua ad essere debole e gli investitori sono spaventati dall’esaurimento delle scorte sopra il suolo.
Accanto al platino, anche il palladio ha tratto beneficio dalla situazione in atto ma le sue prospettive sul lungo termine sono deboli per effetto della transizione verso i veicoli elettrici, che determinerà una riduzione dell’uso di catalizzatori nei motori tradizionali.
Non c’è neppure un ETF sull’intelligenza artificiale tra i più performanti
Non ci sono ETF sull’intelligenza artificiale tra i meglio performanti nei primi 9 mesi dell’anno fiscale 2025. Qualcuno potrebbe restare stupito ma, del resto, come potevano esserci se da inizio anno il titolo più rappresentativo del settore, NVIDIA, è salito solo del 5%? Il segmento dell’intelligenza artificiale è rimasto costantemente sottopressione nel 2025 e questo anche a causa dei dazi di Trump. Solo negli ultimi mesi c’è stata una ripresa ma gli ETF che consentono di posizionarsi su questo trend ne hanno risentito. Tra i migliori ETF sull’intelligenza artificiale ci sono iShares Automation & Robotics UCITS (Ticker RBOT) con ben 144 partecipazioni e un AUM di 2,78 miliardi e WisdomTree Artificial Intelligence UCITS USD (Ticker WTAI) con 55 partecipazioni e un AUM di 760 milioni, ebbene per il primo da inizio anno il rendimento è in ribasso del 2% mentre per il secondo è in calo del 5%.
Impossibile che potessero finire nella lista dei più performanti.
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