Il 21 maggio 2025, un evento alla Camera dei Deputati ha portato alla luce una controversia ai danni di oltre 30.000 risparmiatori, legata ai buoni fruttiferi postali emessi da Poste Italiane. Le parlamentari del Movimento 5 Stelle, Carmela Auriemma e Valentina Barzotti, hanno denunciato pubblicamente la questione, sottolineando le gravi implicazioni per migliaia di cittadini, molti dei quali economicamente fragili e residenti nel Sud Italia.
Buoni fruttiferi postali: circa 400 milioni di euro non riscossi? La denuncia parlamentare
Durante l’incontro, le deputate hanno evidenziato come numerosi piccoli risparmiatori siano stati danneggiati da pratiche poco trasparenti nella gestione dei buoni fruttiferi postali. In particolare, è emerso che molti di questi titoli non sono stati riscossi dai legittimi proprietari, spesso ignari della scadenza o delle modalità di rimborso. Si stima che il valore complessivo dei buoni non riscossi ammonti a circa 400 milioni di euro.
Cosa succede con i buoni fruttiferi in Parlamento? Le criticità emerse
Diverse sono state le criticità emerse che hanno portato all’accusa ai danni di Poste Italiane, elenchiamole tutte.
Mancata consegna del Foglio Informativo Analitico (FIA)
Una delle principali contestazioni riguarda l’omessa consegna del Foglio Informativo Analitico (FIA) al momento della sottoscrizione dei buoni. Secondo il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 19 dicembre 2000, la consegna del FIA è obbligatoria e contiene informazioni essenziali sull’investimento, come durata e scadenza. L’assenza di questo documento avrebbe impedito ai risparmiatori di prendere decisioni consapevoli e di monitorare adeguatamente i propri investimenti.
Assenza di un registro completo dei buoni emessi
Fino al 2009, Poste Italiane non avrebbe mantenuto un registro completo dei buoni fruttiferi postali emessi. Ciò significa che, in caso di smarrimento del titolo, né il risparmiatore né l’ente emittente erano in grado di risalire all’investimento. Questa lacuna organizzativa ha esposto i clienti a rischi significativi, privandoli di strumenti di tutela basilari.
Implicazioni legali
La mancata consegna del FIA per i buoni emessi dal 2000 in poi potrebbe configurare un inadempimento contrattuale da parte di Poste Italiane, con conseguente diritto al risarcimento per i titolari. Recenti sentenze, come quella della Corte d’Appello di Milano del 9 aprile 2025, hanno riconosciuto il diritto al risarcimento in un caso specifico, ma la giurisprudenza resta non univoca.
La Corte ha sottolineato che l’omessa informazione ha impedito ai risparmiatori di attivarsi in tempo per riscuotere i propri buoni, stabilendo un nesso causale tra la carente informazione e il pregiudizio subito.
La posizione dell’Associazione Precari in Rete
L’Associazione Precari in Rete ha espresso pieno sostegno all’iniziativa parlamentare, chiedendo chiarezza e giustizia per i risparmiatori coinvolti. L’Associazione ha evidenziato come sia inaccettabile che un’azienda a partecipazione statale agisca in contrasto con i principi di trasparenza e tutela del risparmio. Ha inoltre sottolineato la necessità che sia Poste Italiane sia il Governo si assumano le proprie responsabilità in merito alla vicenda.
Poste Italiane, da parte sua, ha sempre ribadito la regolarità delle proprie procedure e potrà far valere le proprie ragioni nelle sedi competenti.
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