Chi vuole investire nel p2p lending nel 2025 si trova spesso a scegliere tra due nomi noti del settore: Debitum Investments e Mintos. Entrambe sono piattaforme consolidate, regolamentate e accessibili anche a piccoli investitori. Tuttavia, tra le due ci sono differenze importanti, non solo nei rendimenti e nella tipologia di prestiti offerti, ma anche nella filosofia con cui viene gestito il rischio, nella selezione degli originatori e nella struttura dell’offerta.
Questa guida nasce per aiutare chi è indeciso tra le due, mettendo a confronto punti di forza e di debolezza, con un’analisi oggettiva, ma orientata a far emergere le qualità che oggi rendono Debitum un’alternativa particolarmente interessante per l’investitore attento.
Debitum vs Mintos: due piattaforme, due modelli di investimento
Mintos e Debitum (qui il sito ufficiale) operano entrambe sotto licenza europea e offrono prestiti tramite originatori, ma con approcci differenti.
Mintos ha costruito il proprio successo sulla diversificazione. Propone un’ampia gamma di prestiti (per lo più al consumo) emessi da decine di originatori, attivi in più paesi e segmenti di mercato. L’idea è semplice: più ampia è l’offerta, più possibilità ha l’investitore di bilanciare il portafoglio.
Debitum, invece, ha scelto una via più selettiva. Si concentra solo sui prestiti alle piccole e medie imprese, con una preferenza per quelli garantiti da asset concreti (come fatture, immobili, macchinari). La selezione degli originatori è più rigorosa e basata su criteri che includono performance storiche, struttura patrimoniale e solidità operativa. Non si punta sulla quantità, ma sulla qualità.
Il risultato? Un catalogo più snello, ma tendenzialmente più controllato, che rende Debitum una piattaforma adatta a chi vuole sapere esattamente dove finisce il proprio capitale.
Rendimento e rischio: un equilibrio diverso
Sul piano dei rendimenti, Mintos offre tassi lordi medi che ruotano attorno al 10-11%. Il rendimento effettivo, però, può essere eroso da ritardi nei pagamenti, prestiti in recovery e default degli originatori, eventi che, sebbene gestiti, non sono infrequenti su una piattaforma tanto estesa.
Debitum si muove su rendimenti leggermente superiori, con una media netta attorno al 13-14%. Il tasso di default dei prestiti disponibili sulla piattaforma è storicamente molto basso, e la percentuale di ritardi cronici è contenuta. Questo è possibile grazie alla natura dei prestiti stessi: imprese con garanzie concrete, spesso legate a progetti produttivi.
Inoltre, il meccanismo di buyback è presente su entrambe le piattaforme, ma su Debitum viene attivato solo dopo un’analisi precisa del caso e con copertura da parte di assicurazioni e riserve obbligatorie. Questo consente di contenere i rischi sistemici e di mantenere una maggiore coerenza tra rischio assunto e rendimento promesso.
Regolamentazione e trasparenza: chi la spunta tra Debitum e Mintos?
Entrambe le piattaforme sono soggette a vigilanza, ma Debitum spicca per la chiarezza con cui rende disponibili le informazioni sui singoli prestiti. Ogni progetto presenta una documentazione dettagliata, con dati sull’impresa richiedente, sulle garanzie, sulla finalità del prestito e sull’analisi di rischio.
Mintos, pur offrendo un ampio set di dati, si affida molto alle schede degli originatori. L’investitore si trova spesso a dover valutare non tanto il singolo prestito, quanto l’affidabilità dell’ente che lo ha originato. In un contesto come quello del consumer lending, dove il numero di prestiti è enorme, è facile perdere il controllo analitico e delegare ogni valutazione agli algoritmi di auto-investimento.
Debitum, invece, spinge verso un orientamento più consapevole, dove l’investitore può (e spesso deve) selezionare i prestiti con maggiore attenzione. In cambio, ottiene una maggiore visibilità e una maggiore coerenza tra le metriche di rischio presentate e la performance reale.
Debitum vs Mintos: originatori, tanti o buoni?
La forza di Mintos risiede nella sua rete di originatori, che supera le 50 realtà attive. Questo ha un grande vantaggio: possibilità di diversificazione geografica e settoriale. Tuttavia, questa abbondanza può nascondere alcune insidie. Alcuni originatori sono giovani, poco capitalizzati o operano in mercati complessi. Quando un originatore viene sospeso o fallisce, i prestiti restano pendenti per mesi o anni.
Debitum adotta un altro metodo. Gli originatori sono pochi, selezionati con rigore, monitorati costantemente e sottoposti a un audit trimestrale. Quando uno di loro non rispetta determinati standard, viene rimosso. Questo comporta meno scelte, ma più sicurezza. Inoltre, la presenza di garanzie reali nella maggior parte dei prestiti limita il rischio di perdita in caso di insolvenza.
Chi punta alla quantità potrà trovare Mintos più interessante. Chi cerca affidabilità e solidità, invece, potrebbe preferire Debitum.
Funzionalità, automazione e UX
Mintos vince in termini di strumenti a disposizione dell’investitore: strategie automatiche avanzate, mercato secondario per vendere prestiti in anticipo, filtri di ricerca dettagliati. Per l’investitore esperto, l’interfaccia è una miniera di opzioni. Tuttavia, proprio per la sua complessità, può risultare dispersiva per i neofiti.
Debitum è più essenziale. Non c’è un mercato secondario, ma è presente un sistema di investimento automatico semplice da configurare, che consente di scegliere durata, rendimento e livello di rischio desiderato. L’esperienza d’uso è lineare, pensata per accompagnare l’investitore a ogni passo, senza fronzoli ma con tutti i dati chiave ben evidenziati.
Liquidità e orizzonte temporale
Se l’obiettivo è la massima flessibilità, Mintos ha un vantaggio: il mercato secondario consente, almeno in teoria, di rivendere i prestiti e recuperare liquidità in tempi brevi. Ma bisogna considerare che in periodi di turbolenza, la vendita può non essere immediata e potrebbe avvenire a sconto.
Debitum, come anticipato, non offre mercato secondario: si investe e si attende la scadenza. Una scelta chiara, coerente con la natura dei prestiti proposti (spesso con scadenze brevi, da 30 a 180 giorni). Questo sistema può sembrare più rigido, ma premia chi ha un orizzonte medio e punta alla stabilità.
Debitum vs Mintos: chi ha una marcia in più?
Nel confronto tra Debitum e Mintos, non si tratta di decretare un vincitore assoluto. Entrambe le piattaforme hanno solide basi, sono regolamentate e offrono buone opportunità di rendimento. Tuttavia, Debitum oggi rappresenta una proposta più focalizzata, più trasparente e più coerente con una strategia di investimento orientata alla sostenibilità del rendimento e alla gestione consapevole del rischio.
Mintos resta una buona opzione per chi cerca esposizione su larga scala, ama gestire un portafoglio frammentato e ha il tempo (e l’esperienza) per navigare tra decine di originatori. Debitum si rivolge a un investitore più razionale, che preferisce sapere a chi presta, con quali garanzie e con quali tutele.
In un contesto dove l’affidabilità è sempre più importante, e in un mercato P2P che continua a evolversi, Debitum sembra aver trovato il giusto equilibrio tra semplicità, controllo e rendimento. Una combinazione che, nel 2025, vale la pena considerare con attenzione.
Debitum vs Mintos: tabella comparativa di sintesi
PARAMETRO | DEBITUM | MINTOS |
Licenza e regolamentazione | Regolamentata nell’UE, trasparente sui singoli progetti | Regolamentata nell’UE, ma con focus maggiore sugli originatori |
Tipologia di prestiti | Prestiti a PMI, spesso garantiti da asset (fatture, immobili, macchinari) | Prestiti al consumo, ampia varietà di tipologie |
Originatori | Pochi, selezionati con criteri stringenti, monitorati con audit trimestrali | Oltre 50 originatori, ampia scelta ma qualità disomogenea |
Rendimenti medi | Netti medi del 13–14% | Lordi medi del 10–11% |
Tasso di default | Storicamente basso, ritardi contenuti | Presenza di prestiti in recovery e fallimenti di originatori |
Buyback e gestione rischio | Buyback attivato caso per caso, coperto da assicurazioni e riserve obbligatorie | Buyback più automatico, ma dipendente dalla solidità dell’originatore |
Trasparenza sui prestiti | Alta: documentazione dettagliata su impresa, garanzie e analisi di rischio | Schede dettagliate per originatori, ma meno info sul singolo prestito |
Automazione e funzionalità | Investimento automatico semplice e guidato, ma nessun mercato secondario | Automazione avanzata, filtri complessi, mercato secondario per rivendita |
Esperienza utente | Interfaccia chiara ed essenziale, adatta anche a investitori meno esperti | Interfaccia ricca, ma complessa, adatta a utenti esperti |
Liquidità | Nessun mercato secondario, prestiti a scadenza (30–180 giorni) | Mercato secondario disponibile, ma in caso di turbolenza può rallentare o avvenire con sconti |
Orizzonte temporale ideale | Breve-medio termine, per chi punta alla stabilità | Più flessibile, ma soggetto a maggiore volatilità |
Target ideale | Investitore consapevole, che privilegia qualità, trasparenza e controllo | Investitore esperto, orientato alla diversificazione ampia e disposto a gestire attivamente il rischio |
Punti di forza principali | Focus, solidità degli originatori, garanzie concrete, trasparenza sui progetti | Ampia offerta, diversificazione geografica e settoriale, liquidità potenziale |
Rischi principali | Meno scelta, nessun mercato secondario | Complessità di gestione, qualità variabile degli originatori, rischio di recovery prolungato |
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