Le azioni Unicredit hanno già staccato il loro dividendo ad aprile. Con una cedola totale di 2,4025 euro (di cui 1,4764 euro di saldo), gli investitori sono rimasti di certo soddisfatti anche perchè, complice la correzione dei mercati di inizio aprile, anche il dividend yield è stato molto alto. Il sipario sulla remunerazione degli azionisti da parte di Piazza Gae Aulenti sembrava essere destinato a calare se non avessero fatto irruzione sulla scena di voci di corridoio su un possibile dividendo straordinario Unicredit. Proprio queste indiscrezioni sono state alla base del rally registrato ieri dal titolo a oltre 56 euro.
Siamo consapevoli del fatto che la stragrande maggioranza dei siti informativi abbia correlato la salita delle quotazioni Unicredit ai massimi da 13 anni all’ottima trimestrale; tuttavia il sospetto del giorno dopo è che, in realtà, dietro alla vera e propria corsa a comprare azioni Unicredit ci sia il “sospetto” (e il desiderio) di un dividendo straordinario.
Una serie di segnali sembrano sostenere questa ipotesi. Analizziamoli.
Dividendo straordinario Unicredit: i segnali da non tralasciare
La trimestrale Unicredit è piena zeppa di parametri migliorati rispetto a quelli del primo trimestre 2024. Tra ricavi in aumento e utili in rialzo c’è un dato che potrebbe essere passato in secondo piano anche perchè non è una delle prime voci del conto economico: quello relativo al capitale in eccesso. Andiamo con ordine.
Come evidenziato nel paragrafo dedicato ai ratio patrimoniali di Piazza Gae Aulenti a fine marzo 2025, il CET 1 ratio della banca a fine primo trimestre era pari al 16,1%, in aumento di 27 punti base rispetto al trimestre precedente grazie ai +106 punti base riguardanti la generazione organica di capitale. Il valore di riferimento del CET 1 è pari a circa il 13%. C’è quindi un capitale in eccesso di circa 9 miliardi di euro. Una specie di tesoretto che, però, non è un mistero abbia già una ben precisa destinazione d’uso.
Non è un mistero, infatti, che proprio questa eccedenza, o almeno una parte di essa, sia stata posta a sostegno di nuove acquisizioni che, in linea a quanto previsto dagli obiettivi strategici della banca, dovranno apportare valore aggiunto a Piazza Gae Aulenti migliorandone la redditività (questa è sempre stata la condizione fissata da board per autorizzare operazioni di M&A).
E non è neppure un mistero sull’identità di queste operazioni ossia l’OPS su Banco BPM e il forte investimento nel capitale della tedesca Commerzbank.
Fin qui tutto già noto. La novità è che entrambe le operazioni sia appese ad un filo.
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Dividendo straordinario Unicredit a queste condizioni
I lettori più svegli lo avranno già capito alla luce di quanto detto nel precedente paragrafo: un eventuale dividendo straordinario Unicredit ci può essere nel caso in cui le due possibili destinazioni del capitale in eccesso dovessero venire meno. Anche su questo esito molto generoso per gli investitori non c’è alcun mistero. Lo stesso CEO Orcel ha detto chiaramente che se il capitale in più non dovesse essere impegnato per le acquisizioni allora si aprirebbe la strada per la remunerazione ossia dividendo straordinario Unicredit. Attenzione perchè a questo punto, tenendo conto dell’ammontare del capitale in eccesso, la cedola sarebbe anche bella consistente.
Il punto è che tutto lascia intendere che sia l’OPS sul Banco BPM (attualmente in corso e con adesioni davvero molto basse) che l’operazione su Commerzbank siano destinate ad avere vita difficile. In particolare il quadro politico tedesco è ben diverso da quello di mesi fa quando venne avviata l’acquisizione di quote del capitale di Commerzbank e anche lì, quindi, le possibilità di successo si abbassano. L’insuccesso sui due fronti diventerebbe una buona notizia per gli investitori che, a quel punto, si vedrebbero riconoscere un dividendo extra.
Sale l’asta sulle azioni Unicredit
In attesa di capire se cedola straordinaria sarà, gli investitori si godono i vari upgrade di target price incassati dalle azioni Unicredit all’indomani dei conti trimestrali.
Ad aprire le danze è stata Morgan Stanley che ha incrementato il prezzo obiettivo dal precedente 55,5 euro a 58 euro, a seguire HSBC chbe addirittura lo ha portato dal precedente 54 euro a 65,5 euro e per finire Barclays che ha rivisto al rialzo da 56,3 euro a 62,5 euro mettendo proprio in evidenza che uno degli aspetti più positivi del trimestre è stata proprio la generazione di capitale migliore delle attese con un CET 1 ratio arrivato al 16,1% e un capitale in eccesso tra gli 8,5 e i 10 miliardi di euro, rispetto l’obiettivo 12,5-13%. Proprio il motivo che spinge a credere nel dividendo straordinario di Unicredit.
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