Il prezzo dell’oro è nuovamente riuscito a superare la soglia storica dei 3.300 dollari per oncia raggiungendo così il punto più alto da quando si è attivato il nuovo trend rialzista. Rispetto ad alcune settimane, però, il contesto è decisamente diverso perchè il rally non è più speculare al crollo del mercato azionario ma è anzi contestuale alla ripresa degli indici Usa. L’S&P 500, infatti, è salito di ben il 17% dai minimi toccati nella tragica seduta del 7 aprile scorso.
Wall Street, quindi, rimbalza ma il prezzo dell’oro non accenna a rallentare. La dinamica sui generis in atto suggerisce una crescente preferenza degli investitori per gli asset rifugio, in un contesto che, pur manifestando una certa ripresa della fiducia, è ancora segnato da incertezza macroeconomica e da tensioni geopolitiche. Nonostante la ripresa dell’S&P 500, molti investitori continuano quindi a cercare protezione da inflazione e volatilità mostrando di essere molto spaventati dalle prospettive.
Il segnale che arriva dall’ETF GLD
Uno dei più liquidi ETF sull’oro, SPDR Gold Trust – Ticker GLD, fornisce il metro stesso degli eventi in atto sul mercato del gold. Il fondo replica la performance del prezzo dell’oro fisico e dal 2020 ad oggi ha sovra-performato l’S&P 500 di 35 punti percentuali. Non c’è paragone tra i due asset. SPDR Gold Trust ha registrato in un arco temporale di neppure 4 anni e mezzo rendimenti superiori corretti per il rischio nelle fasi di maggiore volatilità dei mercati azionari. La dinamica ha così confermato il ruolo dell’oro non solo come copertura contro l’inflazione (scontato) ma anche come asset strategico per la diversificazione di portafoglio.
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Prospettive tecniche dell’ETF SPDR Gold Trust
Dal punto di vista tecnico, l’ETF GLD sta mostrando una serie di segnali di forza con l’indicatore RSI che è a 72, in zona di iper-comprato ma ancora con pressione al rialzo. La sessione del 28 aprile è stata caratterizzata da un golden cross con la media mobile a 50 giorni che ha superato quella a 200 giorni. Si è trattato di un evento altamente impattante che ha sancito la successiva direzione dell’asset. A monte resta sempre la dinamica positiva del prezzo dell’oro che solo nella seduta di oggi ha messo ma segno il maggiore incremento giornaliero da quando aveva raggiunto, lo scorso 21 aprile, il suo massimo storico a quota 3.423 dollari.
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Cosa fare adesso?
In quanto ETF legato all’oro fisico, l’SPDR Gold Trust sarà condizionato dalle tendenze del metallo giallo. Per una operatività di breve termine sono almeno tre i fattori da considerare.
Primo: il World Gold Council sul trend dell’oro nel primo trimestre 2025, ha nuovamente posto l’accento sugli acquisti di lingotti da parte delle banche centrali. Vero è che essi, rispetto ai picchi delle ultime settimane sono leggermente calati, tuttavia continuano a rappresentare una quota significativa della domanda complessiva di gold.
Secondo: gli analisti di Goldman Sachs hanno recentemente rivisto al rialzo le previsioni sul prezzo dell’oro. Nello scenario base elaborato dalla banca d’affari Usa il prezzo dell’oro è visto a 3.700 dollari l’oncia a fine anno. Nella view più ottimistica si sale fino a 4.500 dollari l’oncia. Tale previsioni extra-bullish, hanno affermato da Goldman Sachs, hanno più possibilità di realizzazione man mano che la tensione sul mercato dovesse salire.
Terzo e ultimo: in relazione proprio agli ETF, nel primo trimestre c’è stato un aumento record degli afflussi con altre 226 tonnellate di gold incamerate. Si è trattato del livello trimestrale più alto mai raggiunto dagli acquisti dal primo trimestre 2020.
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