Income investig è l’azzeccata espressione che gli investitori anglosassoni hanno la fortuna di poter usare indicare il reddito da investimento. L’income investing è sempre più popolare anche in Italia e questo essenzialmente per un motivo pratico: sono cresciuti in numero gli investitori che puntano ad avere dai loro investimenti un reddito costante nel lunghissimo termine piuttosto della classica crescita tradizionale.
Ovviamente, essendo le finalità molto particolari, ci sono investimenti che meglio si prestano all’income e altri che proprio non ci azzeccano niente. Il campo non è però stabile nel senso che è in continua trasformazione. L’ETF Vanguard Utilities Index meglio noto con il suo Ticker VPU è stato a lungo considerato l’antitesi dell’income investing. Un prodotto per investitori conservativi come del resto tutti i migliori ETF utility. Tanta stabilità, rendimenti pure interessanti (per quanto possibile per la categoria), zero sussulti di alcun tipo, insomma il classico investimento da tranquilloni e non di certo un prodotto per generare reddito nel lungo termine.
Le cose da un pò sono però cambiate come dimostrato dal celebre analista RG Brewer in un suo articolo su The Motley Fool. L’autore, rompendo gli indugi, ha classificato proprio l’ETF Vanguard Utilities Index tra gli strumenti di income investing.
E’ qui la rivoluzione.
Che però parte da lontano ossia dalla concezione stessa che per anni ha accompagnato (zavorrandolo) il settore utility.
Indice
Perché considerare le utility oggi?
Il settore delle utility viene spesso percepito come noioso e privo di slanci. In passato, i titoli del comparto erano soprannominati “widows and orphans stocks” (titoli per vedove e orfani), proprio per la loro proverbiale stabilità e affidabilità anche nel generare dividendi regolari.
Ed è ancora così: il Vanguard Utilities ETF offre un rendimento da dividendo del 2,8%, più del doppio rispetto a quello dell’S&P 500. Un vantaggio concreto per chi cerca un flusso di reddito stabile. I punti di forza si fermava qui. In realtà, come evidenziato da Brewer, da alcuni anni a questa parte il “noioso” settore delle utility sta rivelando un potenziale di crescita ben più dinamico rispetto al passato.
Il rivoluzione è arrivata dalla tecnologia
Dal 2000 al 2020, la domanda globale di elettricità è cresciuta del 9%. Ma tra il 2020 e il 2040, si prevede un aumento di oltre il 50%. Perché? Perché tecnologie come l’intelligenza artificiale, i data center, i veicoli elettrici e il cloud computing stanno spingendo la nostra società a consumare sempre più energia.
In altre parole, l’elettricità è e sarà sempre di più il carburante del futuro tecnologico.
E chi la fornisce? Le utility. Ecco perchè investire in questo settore significa esporsi direttamente a questa crescente domanda.
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L’ ETF VPU è un modo semplice per cavalcare il trend
Il Vanguard Utilities Index ETF replica l’indice MSCI US Investable Market Utilities 25/50, che comprende aziende americane del settore utility come fornitrici di elettricità, gas, acqua e energia indipendente. Circa il 90% dell’esposizione è concentrata sul comparto elettrico, rendendolo un investimento mirato sulla crescita futura della domanda di energia.
Con un TER (costo annuo di gestione) molto contenuto (appena lo 0,09%), l’ETF VPU diventa un’opzione molto interessante per chi cerca una combinazione tra rendimenti da dividendi, stabilità e crescita a lungo termine, il tutto con una diversificazione automatica all’interno del settore.
Ecco la nuova vita dell’ETF Vanguard Utilities Index: non più solo prodotto per investitori che solo a sentire le parole minimo rischio scappano dall’altra parte delle strada, ma prodotto di income investing di lungo termine. Non più solo dividendo sicuro nel tempo e basta così ma yield e crescita nel lungo termine.
Il principale rischio dell’ETF Vanguard Utilities Index
E se la crescita della domanda di energia non dovesse concretizzarsi? E’ proprio qui che si cela il principale rischio connesso all’ETF VPU. Brewer non lo nasconde ma al tempo stesso invita a tenere conto che considerando le tendenze attuali e la crescente importanza dell’energia nella trasformazione digitale, le possibilità che l’attesa espansione del settore non si realizzi nei tempi previsti sono bassissime.
Certo nel breve periodo, il VPU potrebbe anche subire delle correzioni ma è qui che il suo storico punto di forza, ossia il dividendo stabile nel tempo, farebbe la differenza ammortizzando eventuali ribassi. Anche in una momentanea fase di correzione, quindi, gli investitori avrebbero una ragione molto pratica per restare investiti sull’ETF VPU.
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Questo articolo è stato redatto a solo scopo informativo e non si può considerare in alcun modo un’indicazione operativa. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità sull’utilizzo delle informazioni riportate.