grafico a candele con crollo
Crollano le borse mondiali (www.risparmioggi.it)

Il crollo della borsa di Tokyo nell’ultima seduta della settimana (Nikkei in ribasso del 2,4% a quota 48.626 punti) non crea grandi aspettative su quello che potrebbe accadere anche sui listini europei. Le borse del vecchio continente, reduci dalla timida ripresa di ieri, potrebbero quindi veder stroncate sul nascere le loro ambizioni di recupero. Il punto è che il sentiment è peggiorato a livello globale. Epicentro è Wall Street che anche ieri ha chiuso in forte ribasso (S&P 500 a -1,56%, Nasdaq a-2,15%). Torna sulla scena quindi il tema del crollo del crollo delle borse mondiali. Sussurrato quasi di nascosto fino a poche settimane fa, apparso e poi rapidamente scomparso in scia alla pubblicazione della trimestrale NVIDIA che ha illuso, con la prospettiva di un venerdì pesante sulle borse europee, torna preponderatamente sulla scena.

Non si tratta di una semplice impressione ma di numeri che vanno al di là delle prestazioni delle singole borse. C’è l’impressione che si stia attivando un trend globale ben preciso che non è rialzista.

Per le borse mondiali si profila la settimana peggiore da aprile 2025

Se le previsioni sull’ultima di ottava dovessero essere rispettate (e Tokyo ha già messo un’ipoteca almeno sull’Europa) la settimana che si andrebbe a chiudere questo venerdì potrebbe essere la peggiore dal lontano aprile. Non sarebbe uno scandalo anche perchè tutti gli investitori si sono accorti che, negli ultimi giorni, c’è stato proprio un cambio di tono dopo il rally che aveva alimentato ottimismo nelle ultime sedute. Il brusco peggioramento del sentiment delle borse mondiali è innescato da due specifici catalizzatori che potrebbero essere appena all’inizio della loro manifestazione: l’effettiva sostenibilità delle valutazioni dell’azionariato, in particolare del settore tecnologico, e l’incertezza sulla politica monetaria statunitense con quello che farà la FED sui tassi che sta diventando oramai un vero e proprio mistero.

Questo il quadro che si sta componendo. Molti investitori lo vedono somigliante sempre di più più a una fase di risk-off consolidata piuttosto che a una semplice correzione tecnica.

In questo contesto l’indice MSCI All Country World arretra del 3%, avviandosi verso la peggiore settimana degli ultimi cinque mesi. L’Asia non fa eccezione con il MSCI Asia Pacific che scivola dell’1,7%, avvicinandosi al peggior drawdown da aprile. Persino le criptovalute, tradizionalmente più scollegate dai mercati tradizionali, contribuiscono al clima di avversione al rischio con Bitcoin che è andato sotto gli 86.000 dollari, confermando la fase correttiva.

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Per l’S&P 500 c’è stato il reversal intraday più ampio da aprile

Quanto accaduto ieri resterà probabilmente nei radar degli operatori per diverse settimane. L’S&P 500 ha segnato un intraday reversal del 3,6%, il più ampio da aprile, trasformando un’apertura brillante in una chiusura negativa e portando la correzione dal recente massimo a circa il 5%. Si tratta di un segnale che, secondo numerosi asset manager, consolida la sensazione che il mercato sia entrato in una fase sell the rallies in cui ogni rimbalzo viene immediatamente venduto.

Il comparto tecnologico resta il principale epicentro della volatilità. NVIDIA, termometro dell’intero settore AI e spesso barometro del rischio globale, ha perso il 3,2% cancellando parte del rally post-trimestrale. L’euforia sui mega-investimenti nell’intelligenza artificiale ha lasciato spazio a interrogativi più concreti: margini e domanda saranno sufficienti a giustificare valutazioni così elevate? Per ora, il mercato sembra rispondere in modo sempre più scettico.

La volatilità implicita conferma il deterioramento del sentiment. Il VIX è salito a 26,4, massimo da aprile, segnalando una crescente domanda di protezione tramite opzioni.

Il rialzo della volatilità insieme al calo degli indici globali sembra suggerire proprio quello che abbiamo affermato in precedenza: la correzione non è più un semplice aggiustamento tecnico, ma va intesa come a reazione a un insieme di fattori macro e micro che stanno convergendo.

Uno sguardo ai rimbalzi: il passato suggerisce prudenza, non pessimismo

Nonostante il quadro complessivamente negativo, alcuni dati storici offrono un barlume di possibile resilienza. Bloomberg ha segnalato che le giornate in cui l’S&P 500 ha aperto la seduta rialzo di oltre l’1% e ha poi chiuso in territorio negativo (fenomeno che si è verificato solo otto volte dal 1957 ad oggi) tendono a essere seguite da performance positive: +2,3% nella seduta e nella settimana successiva e +4,7% nel mese seguente.

Statistiche incoraggianti, ma da contestualizzare. In periodi di stress sistemico, i modelli storici possono rappresentare solo un riferimento parziale. Tuttavia, offrono un indizio: i mercati spesso reagiscono in modo eccessivo agli shock emotivi, aprendo finestre tattiche per chi mantiene una disciplina di portafoglio.

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Crollo borse mondiali: cosa possono fare ora gli investitori?

Il contesto attuale non è privo di rischio, ma nemmeno privo di opportunità. La chiave è distinguere tra volatilità tattica e deterioramento strutturale dei fondamentali.

Tanto per iniziare va bene si bilanciare ma mai reagire impulsivamente. Le fasi di correzione offrono spesso il momento ideale per riportare il portafoglio verso i pesi strategici. Gli investitori con un’elevata esposizione tech potrebbero approfittare della volatilità per ridurre la concentrazione, soprattutto nei titoli a valutazioni più tese.

Inoltre è preferibile rivalutare i settori e le aree meno sensibili alle decisioni sui tassi. La storia dice che energia, difensivi, healthcare e qualità a forte generazione di cassa tendono a mostrare maggiore resilienza nelle fasi di incertezza monetaria.

C’è poi la questione volatilità. Fa paura ma è anche un trampolino per i trader più speculativi. Un VIX sopra 25 rende più interessanti strategie di vendita di opzioni coperte, purché inserite in un framework di rischio controllato.

E in conclusione è sempre bene ricordare il detto “guardare oltre al rumore” (dei media). Le correzioni del 5-10% sono fisiologiche in un ciclo di mercato maturo. Il rallentamento economico Usa è graduale e la stagione degli utili, pur volatile, non segnala un peggioramento drammatico dei fondamentali.

Insomma per gli investitori disciplinati che intendono affrontare il crollo delle borse globali è necessaria una combinazione di prudenza tattica e visione strategica. La volatilità è tornata e potrebbe restare: la risposta non può essere la reazione ma la gestione. Due concetti ben diversi tra loro.

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Questo articolo è stato redatto a solo scopo informativo e non si può considerare in alcun modo un’indicazione operativa. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità sull’utilizzo delle informazioni riportate.