La decisione di Trump di introdurre dazi al 30% sulle importazioni dall’Unione Europea sarà il grande tema con cui gli investitori faranno i conti domani all’apertura del mercato azionario. Già da ieri sui canali informativi frequentati da appassionati di trading c’era una sola domanda che rimbalzava da una thread all’altro: cosa succederà lunedì in borsa? Tanti dubbi e poche certezze accompagnano le ore che precedono l’apertura delle borse europee. Il ricordo del panic selling che si scatenò a inizio aprile quando gli indici di tutte le borse globali crollarono in scia all’annuncio dei dazi americani contro tutti partner commerciali è ancora molto fresco tuttavia c’è chi ritiene che il contesto rispetto ad allora sia cambiato e con esso anche la prospettiva degli investitori.
Da un certo punto di vista questa trasformazione introduce maggiore incertezza perchè non è scontato che con i dazi Usa al 30% contro l’Europa le borse del Vecchio Continente siano per forza destinate a crollare. In realtà, infatti, ci potrebbe essere molta volatilità sugli indici in generale fermo restando che alcune azioni, a causa della loro forte esposizione al mercato americano, sono assolutamente da monitorare.
Due scenari su quello che succederà in borsa con i dazi Usa al 30%
Sell-off, bagno di sangue, pioggia di vendite sono tutte espressioni usate per dire che domani a seguito dell’introduzione dei dazi Usa all’Europa al 30%, le borse europee crolleranno. Questa è la tesi dei trader pessimismi i quali ritengono possibile che lunedì 14 luglio ci possa essere una riedizione di quello che era accaduto ad aprile (quando però il grosso del panico globale era riferibile ai dazi contro la Cina che, questa volta, non ci sono visto che con Pechino gli Stati Uniti hanno trovato un accordo).
L’eredità della passata Ottava non aiuta: molti indici di borsa (anche europei) avevano infatti toccato i massimi cavalcando l’ottimismo per un accordo tra Usa e Europa che invece non c’è stato. C’è quindi lo spazio fisiologico per un ritracciamento ma una cosa è una correzione e una cosa è un crollo.
E andiamo quindi al secondo scenario che appare molto più prudente rispetto a quello pessimista. La seconda ipotesi su quello che succederà alle borse europee domani si poggia su una circostanza che non deve passare inosservata: in tanti avevano fiutato che Trump nel fine settimane avrebbe annunciato dazi all’Unione Europea ma l’errore era ritenere che essi potessero essere attorno al 10%. Lo stupore, quindi, è connesso all’entità dei dazi e non alla loro presenza. Tuttavia lo stesso 30% che Trump ha minacciato di imporre dal primo agosto, alla luce di tutto quello che è avvenuto da aprile ad ora nelle trattative commerciali tra gli Usa e gli altri paesi, sembra essere la classica sparata alta di Trump per trovare un accordo con Bruxelles su un livello intermedio. Il secondo scenario su quello che succederà domani alle borse europee è quindi molto più soft: nessun crollo, al massimo reazione istintiva all’inizio e poi assestamento. I soli a soffrire sarebbero quindi quei titoli direttamente esposti alle esportazioni in Usa.
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3 azioni di Borsa Italiana da monitorare con dazi Usa al 30%
Alcuni titoli di Borsa Italiana sono più esposti ai dazi Usa rispetto ad altri. Ad aprile crollò tutto con un panic-selling che durò giorni. Con i dazi al 30% contro l’Europa dall’1 agosto (se non sarà trovato un accordo), lo scenario sembra essere meno aspro. Solo le quotate più coinvolte nell’export negli Stati Uniti potrebbero reagire in modo marcato.
Tre tioli andrebbero tenuti d’occhio:
- Stellantis: è forse il titolo italiano che più sta risentendo della guerra commerciale anche perchè la quotata italo-francese ricava circa il 35-40% del suo fatturato proprio dagli Usa mentre i concorrenti europei BMW e Volkswagen sono al 15% e addirittura al 6%. Le azioni Stellantis hanno perso il 31% da inizio anno e il 54% anno su anno. Risicato +1,2% su base mensile.
- Tenaris: la connessione all’andamento del prezzo del petrolio centra poco. A pesare è il fatto che Tenaris deriva il 44% del suo giro dal Nord America. Se davvero i dazi dovessero passare al 30% sarebbe un problema. In borsa le azioni Tenaris hanno perso il 10% da inizio anno ma su base annua sono salite del 14%. Performance piatta nell’ultimo mese e proprio questa situazione potrebbe esporre il titolo alla speculazione innescata dai dazi.
- Iveco: qui l’esposizione all’export Usa centra poco e il motivo per cui il titolo è da attenzionare è di tipo tecnico. In due sedute le azioni hanno perso il 12% anche se la prestazione su base annua resta positiva del 42%. Possibile un test sul supporto a 15€ e proprio la speculazione indotta dalle preoccupazioni per la guerra commerciale potrebbe favorirlo.
Cosa fare in borsa con i dazi Usa al 30% contro l’Unione Europea?
Quanto avvenuto in questi ultimi mesi nella dinamica trumpiana dei dazi consente di tracciare un quadro più razionale su quello che può accadere domani in borsa a seguito dell’introduzione dei dazi sulle merci europee al 30%.
- Se reazione ci sarà (crollo nel primo scenario, ribasso soft nel secondo) essa sarà limitata alle borse europee non coinvolgendo Wall Street a meno che da Bruxelles non arrivino subito segnali di ritorsione con contro-tariffe che, a quel punto farebbero scattare una guerra commerciale Usa/UE visto che Trump ha già minacciato di aumentare ancora di più le tariffe se l’Europa dovesse rispondere
- Finchè non ci sono reazioni forti a Wall Street, la barra di Trump sull’Europa ha poche possibilità di ammorbidirsi
- I segnali in arrivo nel pre-market e dal mercato OTC relativo ai principali indici europei saranno determinanti
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