Nella notte tra sabato 24 e domenica 25 ottobre, dovrai spostare le lancette degli orologi indietro di un’ora (ovviamente parliamo degli orologi analogici, perché quelli digitali dovrebbero mettersi a posto da soli). Andremo quindi a recuperare quell’ora persa a fine marzo, con il cambio dell’ora legale. L’ora solare tornerà infatti proprio questo weekend (alle 3 della notte, saranno di nuovo le 2) e questo significa, come si ripete ogni anno, 1 ora di sonno in più. Spesso, quando si parla di cambio ora solare si cita anche un potenziale legame con il risparmio energetico.

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Ora solare e risparmio energetico: quanto si risparmia?

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Nonostante si stia cercando di uniformare l’orario in tutta Europa (tra Paesi che vorrebbero mantenere l’ora legale e Paesi che vorrebbero restare all’ora solare), non c’è ancora una fine a questo discorso che ormai va avanti da qualche anno. Forse perché potrebbero essere più i problemi che altro, soprattutto per quanto riguarda il commercio e i trasporti nel Vecchio Continente unificato. Il cambio dell’ora, tuttavia, avviene per equilibrare i consumi seguendo l’andamento della stagione. Visto che nelle stagioni fredde si hanno ore di luce in meno, si cerca di guadagnare quanta più luce possibile in un giorno ed equilibrare così il consumo energetico e il relativo risparmio monetario.

Tuttavia, negli ultimi tempi non tutti si sono dimostrati d’accordo con questa teoria, asserendo invece il contrario, ovvero che il cambio dell’ora comporti conseguenze negative all’organismo umano. E spingendo dunque per una uniformità in tutta Europa con l’abolizione dell’ora legale.

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L’energia elettrica oggi non è più solo luce

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Secondo Jacopo Giliberto, che ha scritto un articolo molto interessante sul tema sul Sole 24 Ore (potete leggerlo a questo link), il risparmio economico generato dall’ora legale (non solare) si vede sempre meno. In ogni caso, “nel periodo primavera-estate, il mese che segna il maggiore risparmio energetico stimato da Terna è ottobre, con 164 milioni di chilowattora di risparmio (pari a circa il 30% del totale). In second’ordine, il mese d’aprile”. Tra le principali cause di questa minore evidenza anche la ramificazione dell’elettricità che “una volta si chiamava luce, oggi no”. A oggi, infatti, la corrente elettrica serve per molte più cose, e il suo consumo non varia di molto nel corso delle stagioni. Insomma, si può parlare di risparmio se si segue l’andamento della stagione, ma è necessario oggigiorno valutare un altro impatto: quello delle nostre abitudini di vita e di com’è fatta la nostra casa (e di quanto consuma).