vendite su azioni Renault
Crollo azioni Renault profit warning (www.risparmioggi.it

Ammonta al 17,9% l’entità del crollo registrato dalle azioni Renault a metà pomeriggio. Travolta dalla vendite fine dal primo minuto di scambi la casa automobilistica francese che vede lo stesso Eliseo tra i suoi più importanti azionisti, è subito precipitata sul fondo del Cac40 della borsa di Parigi e lì è rimasta fin ad adesso gettando un’ipoteca sul conseguimento del poco invidiabile primato di titolo peggiore della seduta. Dietro al crollo delle azioni Renault c’è la combinazione tra due diversi fattori il cui effetto congiunto è stata letale: da un lato la revisione al ribasso delle stime sull’esercizio 2025 (profit warning) e dall’altro la decisione di nominare un amministratore delegato ad interim per rimpiazzare il dimissionario Luca De Meo passato al vertice del gruppo Kering. Il sell-off scattato sul titolo automobilistico fin dal primo minuto di scambi dimostra che al mercato la scelta di optare per una soluzione provvisoria dopo i fasti dell’are De Meo, proprio non piace.

Lasciando per adesso le dinamiche del titolo Renault, concentriamo l’attenzione su quelli che sono stati gli effetti del crollo sugli ETF e sui certificati di investimento più esposti alla quotata francese. Possiamo già adesso anticipare che mentre i fondi stanno ammortizzando il sell-off, tra i certificati c’è molta più eterogeneità.

Reazione degli ETF più esposti al crollo delle azioni Renault

Per loro natura gli ETF implicano un livello di rischio più basso rispetto a quello delle singole azioni. Permettendo di posizionarsi su un indice formato da più azioni, attutiscono l’effetto generato dal crollo di un singolo titolo (e parallelamente non prendono il volo nel caso di rally di una singola specifica quotata).

La reazione degli ETF più esposti alle azioni Renault è quindi perfettamente naturale.

iShares STOXX Europe 600 Automobiles & Parts UCITS ETF nella sua versione ad accumulazione (EXHG) e a distribuzione (EXV5) è ad oggi l’ETF dove le azioni Renault hanno il maggiore peso. I due fondi replicano, uno accumulando dividendi e l’altro distribuendoli, l’indice STOXX Europe 600 Automobiles & Parts che segue il settore europeo dell’auto. Le partecipazioni in entrambi i fondi sono appena 12 con le prime 10 che pesano per oltre il 96%. Il titolo Renault è la settima partecipazione con il suo 4,96%. Entrambi gli ETF sono praticamente dominio incontrastato di Ferrari e Mercedes Benz e questo lo si percepisce subito dai dati di performance. Nel giorno del crollo delle azioni Renault, l’ETF EXHG perde appena lo 0,73% mentre il gemello a distribuzione cede lo 0,8%. Del resto entrambi i fondi pur non brillando particolarmente da inizio anno non se la passano male. L’EXV5 perde il 2% mentre quello ad accumulazione è sulla parità.

Altro ETF esposto alle azioni Renault è L&G Battery Value-Chain UCITS (BATT). Il fondo replica l’indice Solactive Battery Value-Chain che comprende 38 società coinvolte in vario modo nello sviluppo di batterie. Il peso di Renault in questo ETF è del 2,6%, un livello che non basta al gruppo francese per entrare nella top list delle prime 10 partecipazioni. BATT è un ETF ad accumulazione e ha un TER dello 0,49%. Nel giorno del crollo di Renault perde appena lo 0,6% ma da inizio anno presenta un rendimento positivo del 2,2%. Considerando le incertezze la performance è da elogiare rispetto a quella del settore automotive. Premiante è la forte diversificazione.

Queste i 3 ETF più esposti alle azioni Renault su un mercato che ne comprende oltre 230.

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Reazione dei certificates più esposti alle azioni Renault

Cambiamo completamente strumento e passiamo ai certificati di investimento più esposti alle azioni Renault. Se nel caso degli ETF, tutti stanno ammortizzando il sell-off della casa auto francese, per quello che riguarda i certificates dipende molto dalla tipologia.

In generale i più compiti sono i prodotti con scadenze prossime o barriere molto vicine. In questi casi la reazione negativa è a doppia cifra (sia pure su livello più contenuti rispetto al titolo diretto).

L’ISIN IT0005598278 Equity Premium di Banco BPM è in ribasso del 12,33%, il prodotto ISIN CH1349982780 Phoenix Memory Softcallable di Leonteq è in calo dell’11,4% e ancora -11% per l’ISIN NLBNPIT22XQ5 Cash Collect Memory di BNP Paribas. Via via i ribassi di tutti gli altri a partire dall’ISIN DE000HD5ASK7 Recovery Top Bonus di Unicredit.

Il discorso però cambia del tutto se passiamo a certificati che presentano una barriera più profonda o hanno una scadenza lunga o ancora prevedono l’airbag. Questi prodotti riescono infatti ad attutire il crollo delle azioni Renault come fanno gli stessi ETF. Ad esempio ISIN IT0005561524 Cash Collect Memory emesso da Intesa Sanpaolo sta cedendo appena lo 0,2%, l’ISIN DE000HC2J3C4 Digital di Unicredit è in calo dello 0,83% e l’ISIN IT0005611246 Phoenix Memory di Mediobanca cede l’1,2%. Ribassi molto contenuti rispetto al tracollo delle azioni Renault che confermano come sia sempre la struttura del prodotto a determinare la sua capacità di resilienza anche dinanzi ad un ampio ribasso.

Crollo azioni Renault: le prospettive

Il crollo in atto oggi sulle azioni Renault è un dramma per il titolo francese: -14% il dato aggiornato relativo al solo ultimo mese e -28% quello da inizio anno. Con gli ETF più esposti non c’è proprio confronto.

L’attenzione è ora sulle prospettive del titolo. La decisione di tagliare le previsioni sull’intero esercizio 2025 portando la view sull’utile operativo atteso al 6,5% contro il precedente obiettivo del 7% non fa ben sperare. Lo stesso dicasi per la sforbiciata sul free cash flow che viene visto per fine anno nel range tra 1-1,5 miliardi di euro contro la stima > 2 miliardi indicata in precedenza.

In questo contesto, forse è meglio prepararsi a possibili downgrade tesi proprio ad inglobare gli effetti del profit warning. Per adesso il rating medio sulla base di 18 coperture attive è accumulate con ben 9 rating buy mentre il target price medio di 55 euro ingloba un potenziale upside del 33%. Per adesso c’è alcuna indicazione sell (vendere) ma i prossimi giorni potrebbero vedere le prime bocciature (dati MarketScreener, qui maggiori informazioni sul servizio).

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