azioni e ETF su Eli Lilly
ETF più esposti alle azioni Eli Lilly (www.risparmioggi.it

La settimana più pesante delle azioni Eli Lilly (NYSE: LLY) si avvia al termine con un passivo di oltre il 18%. Anche oggi, dopo il crollo registrato nella sessione di borsa di ieri, il titolo del settore farmaceutico resta sottopressione e scambia a 630$. Il punto è che il ribasso che sta emergendo nell’ultima Ottava è solo il più recente perchè andando a ritroso emergono tutta una serie di altre settimane in negativo che portano il passivo mensile al 19% e quello da inizio anno al 29%. Rosso più o meno dello stessa intensità anche su base annua e addirittura dal momento dello sbarco del titolo in borsa. Le azioni Eli Lilly, infatti, quotavano a 640$ nel lontano novembre 2023, attualmente sono necessari 10$ in meno per comprare un titolo Eli Lilly. Considerando che altre quotate del settore farmaceutico in questi ultimi anni hanno registrato forti apprezzamenti, non è un bilancio positivo quello delle azioni Eli Lilly in borsa.

E allora cosa fare? Una possibile via di fuga è quella di non assumere non un posizionamento diretto sulle azioni Eli Lilly ma “mediato” da quegli ETF in cui il titolo del colosso farmaceutico ha un peso maggiore del 10%. Con etichetta UCITS attualmente ne troviamo quattro di cui uno presente nella doppia versione ad accumulazione e a distribuzione di dividendi. Il più grande ETF esposto alle azioni Eli Lilly è l’Shares S&P 500 Health Care Sector forte di masse gestite per un totale di 1,78 miliardi di euro. Anche gli altri, però, non sono male. E allora vediamo se quali di questi ETF dovo le azioni Eli Lilly hanno una partecipazione superiore al 10% possono essere considerati un’alternativa al titolo diretto.

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I 4 ETF con le azioni Eli Lilly a oltre il 10%

Sono quattro gli ETF che vedono Eli Lilly pesare a oltre il 10%, tutti emessi da gestori diversi. Il fatto che gli emittenti siano differenti è senza dubbio elemento di maggiore competitività soprattutto sui parametri fissi a partire dal TER. Una buona notizia per gli investitori che preferiscono gli ETF all’investimento diretto in azioni.

Detto ciò, i 4 ETF con maggiore esposizione alle azioni Eli Lilly sono:

  • SPDR S&P U.S. Health Care Select Sector UCITS: lanciato nel 2015, presenta un AUM di 317 milioni di euro e un TER dello 0,15%. L’ETF replica in modo fisico l’indice SPDR S&P U.S. Health Care Select Sector UCITS che è calibrato sul settore sanitario Usa. 60 partecipazioni in tutto, con le azioni Eli Lilly che svettano al primo posto nella classifica dei pesi con il 12,45%. Il rendimento dell’ultimo mese è negativo per il 4%, rosso intenso (-16,2% anche da inizio anno)
  • iShares S&P 500 Health Care Sector: è in assoluto l’ETF esposto alle azioni Eli Lilly con il più alto patrimonio (1,78 miliardi di euro) e replica l’indice S&P 500 Capped 35/20 Health Care che a sua volta segue il settore sanitario statunitense (classificazione settoriale GICS). 60 partecipazioni e il peso delle azioni Eli Lilly a svettare con il 12,45%. Il TER è sempre dello 0,15% e i rendimenti sono gli stessi del precedente prodotto: -3,8% ultimo mese, -16,5% da inizio anno. Di questo ETF c’è anche la versione a distribuzione di dividendi.
  • Xtrackers MSCI USA Health Care UCITS: lanciato nel 2017 ha un AUM di 540 milioni di euro, replica fissa e distribuzione di dividendi. L’indice seguito da questo ETF è il MSCI USA Health Care che a sua volta ingloba le società statunitensi medio grandi del settore sanitario. 64 partecipazioni in tutto con il peso di Eli Lilly al 12,41%. Il TER è ancora più basso (0,12%) mentre il rendimento su base mensile è negativo per il 3,6% e quello da inizio anno negativo per il 15,8%.
  • Invesco S&P World Health Care ESG: ETF ad accumulazione replica l’indice S&P Developed Ex-Korea LargeMidCap ESG Enhanced Health Care che comprende titoli sanitari filtrati a seconda dei criteri ESG. Le partecipazioni sono 86 con le azioni Eli Lilly al 10,82% di peso. Con un TER dello 0,18% è il più caro tra i 4 ETF più esposti al titolo farmaceutico. Il minor peso su Eli Lilly consente di migliorare le performance di rendimento: solo -1,8% nell’ultimo mese e -13% da inizio anno.

Tirando le somme, il ribasso messo a segno dagli ETF più posizionati su Eli Lilly è comunque più contenuto dal rosso diretto del titolo (senza considerare che dal lancio molti di questi ETF presentano rendimenti positivi a doppia cifra mentre il titolo diretto, come visto prima, si è deprezzato.

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Perchè le azioni Eli Lilly stanno andando male?

Il recente crollo delle azioni Eli Lilly è scaturito dall’aggiornamento sull’andamento della sperimentazione della pillola per l’obesità orforglipron e questo nonostante l’azienda abbia riportato risultati positivi nel secondo trimestre e abbia rivisto al rialzo le proprie previsioni annuali. Tuttavia, secondo Asad Haider, analista di Goldman Sachs, il mercato ha reagito malissimo (forse anche troppo) a numeri che, pur al di sotto delle aspettative, sono apparsi comunque solidi.

Nel dettaglio, la dose più alta di orforglipron ha portato a una riduzione media del peso corporeo del 12,4% nei pazienti coinvolti nello studio clinico. Un dato inferiore al 15% previsto dagli analisti. Da qui le vendite che però, secondo Haider, non possono spiegare un sell-off come quello subito.

Haider ha definito eccessiva la reazione del mercato e ha ribadito che orforglipron presenta un profilo di tollerabilità favorevole e un potenziale significativo di scalabilità, specialmente nei mercati internazionali. Secondo l’analista il mercato dei farmaci anti-obesità è ancora ampiamente sottopenetrato visto che attualmente solo il 3% dei pazienti obesi negli Stati Uniti utilizza farmaci GLP-1, ma le proiezioni parlano di una crescita fino al 15% entro la fine del decennio. A livello globale, ci sono circa 900 milioni di persone obese: una platea enorme di clienti.

Proprio alla luce di queste considerazioni sui motivi alla base dell’andamento negativo di Eli Lill, l’esperto di Goldman Sachs Haider ha suggerito agli investitori di considerare l’attuale fase negativa del titolo come un’opportunità d’acquisto. Da qui il suo buy con upside potenziale del 35% rispetto ai prezzi attuali.

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