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Lunedì 24 novembre sarà il Dividend Day d’autunno di Borsa Italiana con numerose quotate del Ftse Mib che staccheranno l’acconto sul dividendo 2026 (relativo all’esercizio 2025). Alle prese con l’appuntamento ci saranno una serie di titoli del settore industriale, ma le vere protagoniste saranno le banche. Proseguendo e anzi intensificando il trend che era giù emerso lo scorso anno (e quello prima ancora) sempre più istituti di credito dividendo la loro remunerazione annuale in due tranche: una di acconto e l’altra di saldo. La prima va in stacco a novembre e la seconda a cavallo tra la primavera e l’estate.

Oramai tutte le big del comparto bancario, quello che pesa di più sulla capitalizzazione complessiva del Ftse Mib, staccano la cedola di acconto. E così alle prese con l’appuntamento del 24 novembre prossimo gli investitori si ritroveranno Unicredit, Intesa Sanpaolo, BPER Banca e Banco BPM vale a dire tutta la prima linea del settore bancario. E’ proprio per questo motivo se l’appuntamento con gli stacchi di dividendi di lunedì prossimo è diventato così pesante e atteso. Tra l’altro alle quattro citate big del comparto banche, ci sono poi tutta una serie di seconde linee (oltre a titoli più finanziari e del risparmio gestito) che contribuiscono ad alzare ancora di più il livello di attesa. In questo articolo limiteremo la nostra attenzione solo agli acconti dei dividendi 2026 delle quattro big perchè siamo convinti che quando si parla di dividendi valga la pena confrontare solo ciò che può essere confrontato. Con che obiettivo? Ovviamente trovare il dividendo che rende meglio agli investitori.

Gli acconti sui dividendi 2026 di Unicredit e Intesa Sanpaolo

La definizione degli acconti sui dividendi 2026 è avvenuta nell’ambito dell’approvazione dei conti trimestrali (e primi nove mesi dell’esercizio 2025) sulla base dei risultati conseguiti e il linea a quella che è la politica dei dividendi in essere. Proprio per questo motivo non c’è stato alcuno stupore da parte degli investitori. Le cedole che le banche distribuiranno a titolo di acconto, decisamente consistenti, erano atteso dai mercati. E allora vediamo subito di che numeri stiamo parlando.

L’acconto dividendo Unicredit 2026 è pari a 1,4282 euro per azione. Complessivamente Piazza Gae Aulenti staccherà 2,17 miliardi di euro a titolo di prima tranche del dividendo 2026. Più o meno nello stesso periodo ma un anno fa, Unicredit staccava un acconto sul dividendo 2025, relativo all’esercizio 2024, pari a 0,9261 euro. Non è necessario dilungarsi più di tanto: l’acconto che verrà staccato da Unicredit il prossimo lunedì da record. Nessun fattore sorpresa però. I nostri lettori più attenti di certo ricorderanno un articolo che pubblicammo a luglio quando esortammo tutti a prepararsi a una pioggia di dividendi Unicredit già a novembre 2025.

Diretta rivale di Unicredit è Intesa Sanpaolo. La banca guidata da Messina ha deliberato un acconto 2026 pari a 0,186 euro per azione. Alla luce del numero di aventi diritto, l’ammontare complessivo (monte dividendi) a titolo di prima tranche sarà pari a 3,24 miliardi di euro. Un anno fa come adesso, la banca guidata da Messina staccava un acconto sul dividendo pari a 17 centesimi. Anche in questo caso, quindi, c’è un discreto rialzo dell’ammontare della cedola. E anche in questo caso tutto era già noto dalla scorsa estate. Al momento della presentazione della semestrale, infatti, il management della banca guidata da Messina aveva messo sul tavolo le sua carte per novembre.  

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E gli acconti sui dividendi 2026 di BPER e Banco BPM

Confrontiamo ora l’acconto sul dividendo 2026 di BPER con quello di Banco BPM. La quotata emiliana ha fissato la prima tranche della remunerazione a 0,1 euro per azione andando a definire un monte-dividendi complessivo di 196,36 milioni di euro. In questo caso non c’è alcun precedente con cui fare un raffronto. A valere sull’esercizio 2024, infatti, BPER Banca non staccò alcun acconto optando per un’unica soluzione (il dividendo BPER Banca 2025 complessivo fu pari a 0,6 euro per azione).

La diretta concorrente della quotata modenese è Piazza Meda. L’acconto dividendo Banco BPM 2026 è pari a 0,46 euro per azione per un importo complessivo di circa 700 milioni di euro. In questo caso c’è invece il riferimento storico diretto: il 18 novembre dell’anno scorso, Piazza Meda staccava un acconto sul dividendo a valere sul 2024 pari a 0,4 euro per azione (monte dividendi di 606,07 milioni di euro). Cedola quindi in forte rialzo.

Tutti e quattro gli acconti sui rispettivi dividendi sono al lordo. C’è la tassazione al 26% da considerare. Per tutti la data di pagamento è il 26 novembre 2025.

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Quale acconto dividendo ha il rendimento più alto? Il confronto

Limitandosi a guardare l’importo dei dividendi in stacco il 24 novembre prossimo non ci sono dubbi: è l’acconto di Unicredit a vincere facile. In realtà, però, il parametro da considerare è il dividend yield ed è qui che cambia tutto. Il rendimento da dividendo è un indicatore che misura quanto una quotata remunera gli azionisti attraverso i dividendi, rispetto al prezzo corrente dell’azione.

Assumendo come prezzo di riferimento quello della chiusura di borsa di ieri avremo per l’acconto di Unicredit un dividend yield del 2,23% sulla base dei 64 euro della chiusura di borsa di ieri; per l’acconto di Intesa Sanpaolo uno yield del 3,25% sulla base dei 5,73 euro del prezzo di chiusura di ieri; per l’acconto di BPER un rendimento dello 0,98% sulla base dei prezzi a 10,43 euro e infine per l’acconto di Banco BPM un rendimento da dividendo di 3,61% sulla base dei prezzi di ieri.

Assumendo come punto di riferimento i rendimenti, si capovolge tutto: è l’acconto sul dividendo Intesa Sanpaolo 2026 a rendere di più.

Grazie a questi dati gli investitori potranno ora confrontare le quattro banche (Unicredit, BPER, Intesa SP e Banco BPM) per capire quali generano più reddito ma anche valutare se il rispettivo dividendo è sostenibile e capire se e quali tra queste azioni sono interessanti per una strategia income (basata su rendite periodiche).

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Questo articolo è stato redatto a solo scopo informativo e non si può considerare in alcun modo un’indicazione operativa. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità sull’utilizzo delle informazioni riportate.