Azioni Unicredit da attenzionare in vista dell’apertura degli scambi a Piazza Affari. Il titolo di Piazza Gae Aulenti potrebbe infatti registrare variazioni di prezzo anche significative a seguito della pubblicazione dei conti trimestrali. I risultati del terzo trimestre sono stati approvati dal consiglio di amministrazione della banca nella giornata di ieri ma, come da consuetudine, sono stati diffusi nel pre-market diventando così un potenziale catalizzatore per le azioni Unicredit. Tutto dipenderà da quello che sarà il verdetto degli analisti sui conti trimestrali della banca: se essi dovessero essere migliori delle stime, ci potrebbe essere una reazione positiva da parte del mercato mentre in caso di trimestrale deludente, la risposta potrebbe essere fredda se non negativa. Le azioni Unicredit partiranno da 63,04 euro dopo la leggera flessione rimediata nella seduta di ieri nonostante il sentiment positivo che aveva contraddistinto il settore bancario.
Riuscirà la trimestrale Unicredit a riportare appeal sulle azioni?
La trimestrale di Unicredit nel dettaglio
Unicredit ha chiuso il terzo trimestre 2025 con numeri robusti confermando la sua capacità di generare utili in un contesto di tassi in discesa e di progressiva normalizzazione del margine di interesse. Nel dettaglio gruppo guidato da Andrea Orcel ha registrato un margine di intermediazione di 6,17 miliardi di euro, in leggero aumento dello 0,3% rispetto ai 6,14 miliardi del terzo trimestre 2024. Il buon andamento del parametro è stato il risultato dell’aumento del 3,2% delle commissioni a fronte di una flessione del 5,4% messa a segno dal margine di interesse a causa riduzione dei tassi di riferimento BCE.
Sul fronte dei costi, Piazza Gae Aulenti continua con la sua strategia di efficienza operativa: le spese di gestione si sono attestate a 2,29 miliardi di euro e di conseguenza il rapporto cost/income ratio è stato pari al 37,1%, in miglioramento rispetto all’anno precedente. Il risultato raggiunto su questo fronte è la dimostrazione dell’efficacia delle iniziative di contenimento dei costi e della capacità del gruppo di mantenere un’elevata leva operativa anche in fasi di margine più compresso.
Scendendo nel conto finanziario, il risultato netto di gestione al termine del terzo trimestre 2025 è salito a 3,76 miliardi di euro contro i 3,69 miliardi nel terzo trimestre 2024, a seguito di rettifiche su crediti limitate a 113 milioni di euro. Per finire, l’utile netto contabile della banca si è attestato a 2,63 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 2,51 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente.
Dal punto di vista patrimoniale, Unicredit ha chiuso il periodo di riferimento con attività finanziarie totali per 849,3 miliardi di euro, in aumento del 2,7% rispetto al trimestre precedente. In questo contesto le esposizioni deteriorate lorde si sono attestate a 11,6 miliardi, pari al 2,6% dei crediti lordi, con un NPE ratio netto dell’1,4% e un coverage ratio del 45,4%, in leggero ribasso ma sempre su livelli solidi. Per finire, lato patrimonializzazione, il CET1 ratio contabile della banca è stato pari al 14,8%, in diminuzione di 126 punti base rispetto a giugno per effetto dell’aumento della partecipazione in Commerzbank (26%) e dell’accantonamento per distribuzioni future.
La flessione del CET1 era ampiamente attesa da tutti i report previsionali e quindi non dovrebbe impattare sulla risposta degli investitori ai conti trimestrali. Perchè a decidere la reazione delle azioni Unicredit alla trimestrale alla fine sarà proprio il raffronto tra le previsioni della vigilia e i risultati reali.
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Come reagiranno le azioni Unicredit ai conti trimestrali?
Da quello che abbiamo messo in evidenza nel precedente paragrafo, emerge una sostanziale conferma della resilienza reddituale e patrimoniale di Unicredit, grazie a tutta una serie di fattori, dalla gestione disciplinata dei costi al rischio creditizio sotto controllo fino al profilo di capitale sempre robusto. La stragrande maggioranza dei parametri è in miglioramento su base annua ma il vero confronto deve essere fatto con le stime.
Il consensus degli analisti si attendeva un margine di intermediazione a quota 6,03 miliardi di euro e un risultato netto di gestione a 3,51 miliardi di euro assumendo svalutazioni su crediti per 172 milioni di euro. Gli esperti, inoltre, prevedevano un aumento dell’utile netto contabile trimestrale a quota 2,44 miliardi di euro. Tutti questi parametri sono valori medi tra le stime dei vari broker, quindi ci sarà chi vedeva risultati più alti e chi più bassi rispetto alla media. Tuttavia, assumendo le medie come punto di riferimento il verdetto è chiaro: la trimestrale Unicredit ha battuto le attese del consensus sia sui ricavi che sull’utile netto.
Questo il dato saliente. A controbilanciare l’entusiasmo per questo traguardo potrebbe essere il fatto che, in relazione alle stime su tutto l’esercizio 2025, il management di Unicredit non è andato oltre la conferma dei target già fissati a partire da quello sull’utile netto che è visto a 10,5 miliardi di euro.
In merito alla possibile reazione del mercato ai conti trimestrali, va tenuto conto dell’andamento del titolo nel medio e lungo termine. Le azioni Unicredit nell’ultimo mese hanno perso il 3% ma da inizio anno restano in rialzo del 64%. Ultima presa di posizione degli analisti appena pochi giorni fa con Barclays che, nell’ambito di una rivalutazione su tutto le banche italiane, aveva ribadito il rating overweight con target price abbassato a 69,2 euro da 70. Un ritocchino che non intacca il margine di upside rispetto ai prezzi attuali. Questo almeno fino a prima della trimestrale.
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