La notizia negli ambienti finanziari ha fatto molto rumore perchè non era mai accaduto che l’italiana Snam collocasse obbligazioni denominate in Dollari Usa ne tantomeno che a livello mondiale un’emittente azzardasse di collegare il debito all’obiettivo Net Zero sulle emissioni di gas serra relative a Scope 1, 2 e 3. Due primati che però non hanno scaldato le azioni Snam che anzi, al traguardo delle 17,30, hanno dato proprio l’impressione di essere freddine con un ribasso dello 0,27% a 5,21 euro. Le nuove obbligazioni erano destinate ai soli istituzionali ma avendo ottenuto una domanda pari a 5 volte l’offerta vale la pena analizzarne le caratteristiche e ovviamente i risultati.
I dettagli delle nuove obbligazioni Snam
L’emissione, rivolta al mercato statunitense secondo il formato 144A / Reg S, era composta da tre tranche così strutturate:
Tranche | Importo | Durata | Cedola |
---|---|---|---|
Prima | 750 milioni di dollari | 5 anni | 5,000% |
Seconda | 750 milioni di dollari | 10 anni | 5,750% |
Terza | 500 milioni di dollari | 30 anni | 6,500% |
Complessivamente sul tavolo dell’offerta c’erano quindi 2 miliardi di dollari corrispondenti, al tasso di cambio attuale, a 1,8 miliardi di euro.
Venendo all’esito: la prima tranche ha strappato un rendimento effettivo del 5,113%, la seconda un rendimento effettivo del 5,777% e la terza del 6,522%. Considerando nell’insieme le tre tranche, il tasso medio ponderato, calcolato su base euro, si è attestato in area 4%, un dato competitivo visto che stiamo parlando di un’operazione sostenibile e a lungo termine.
L’operazione rientra nel quadro del Sustainable Finance Framework aggiornato ad aprile 2025, che prevede una progressiva riduzione delle emissioni GHG fino al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. I target includono:
- Scope 1 e 2: -25% entro il 2027, -50% entro il 2035, -90% entro il 2050;
- Scope 3: -35% entro il 2032, -90% entro il 2050.
Tra i joint bookrunners che hanno curato l’emissione ci sono stati i grandi nomi della finanza internazionale come Barclays, Goldman Sachs, JPMorgan, Citigroup, HSBC e Société Générale.
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Il risultato dell’emissione obbligazionaria di Snam
Come accennavamo in precedenza, l’operazione ha registrato un’accoglienza estremamente positiva sui mercati, con una domanda cinque volte superiore all’offerta, per un totale di circa 10 miliardi di dollari. L’interesse da parte degli investitori istituzionali internazionali è stato sostenuto da una giornata di marketing con oltre 50 controparti globali, che ha contribuito a creare condizioni di pricing particolarmente competitive.
La prima emissione in dollari della storia di Snam si inserisce in una più ampia strategia di diversificazione finanziaria perseguita dalla società. Attualmente, oltre il 10% degli strumenti di finanziamento a medio-lungo termine del gruppo è denominato in valuta estera. Con questa operazione, inoltre, la quota di debito sostenibile nel portafoglio di Snam sale all’86% del totale del funding committed, ad un passo dall’obiettivo del 90% fissato per il 2029.
Al tempo stesso la prima emissione in dollari della quotata italiana lancia messaggio forte sulla visione strategica e sostenibile dell’azienda stessa. Come affermato dal CEO Agostino Scornajenchi, l’emissione si va ad inserire in un contesto più ampio di evoluzione del profilo finanziario e industriale di Snam, il cui obiettivo è consolidare il ruolo dell’azienda nel panorama energetico europeo e globale.
Ecco perchè, sempre secondo Scornajenchi, diventa fondamentale essere presenti sui mercati globali al fine di sostenere le ambizioni di lungo termine. Il boom della domanda per le nuove obbligazioni, oltre al fatto che molti investitori di Snam sono americani è la conferma che la strategia portata avanti dal management sta avendo successo.
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