C’è il via libera degli ambasciatori dei paesi UE al fondo SAFE (Security Action for Europe) da 150 miliardi di dollari che andrà a sostenere gli appalti congiunti e la difesa dell’Unione Europea. Il SAFE non è qualcosa di alternativo al piano di riarmo dell’UE ma è parte integrante del noto Rearm Europe da oltre 900 miliardi di dollari che Bruxelles ha annunciato con l’obiettivo di creare una Difesa europea. Operativamente il via libera al fondo SAFE è il motivo alla base del nuovo rialzo delle azioni europee del settore difesa.
Su Borsa Italiana le azioni Leonardo si avvicinano alla chiusura degli scambi con una progressione dell’1,7% ad un passo dai 52 euro. Questo mentre sulla borsa di Parigi le azioni Thales avanzano dell’1,1% a 257 euro, a Francoforte le azioni Rheinmetall mettono in cassaforte l’1% andando a ridosso dei 1800 euro e a Londra BAE Systems fa meglio di tutti con un rialzo del 2% a 1833 sterline.
Se le progressioni delle migliori azioni europee della difesa dovessero sembrare a primo acchito di poco conto rispetto alla portata implicata dal via libera al fondo SAFE è solo perchè già da giorni i trader avevano scommesso su questo evento incorporandolo nei prezzi dei vari titoli.
In questo articolo l’attenzione non sarà rivolta a tutto il comparto europeo della difesa ma unicamente alle ripercussioni che il piano SAFE può avere sulle azioni Leonardo. Di certo effetti ci saranno per tutti i titoli che abbiamo indicato ma a noi interessa quello che può accadere alla big italiana.
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Gli effetti del fondo SAFE sulle azioni Leonardo
Ogni analisi sul fondo SAFE va divisa in due tronconi: da un lato (e di questo parleremo dopo) c’è la stessa strutturazione di questo meccanismo finanziario con i suoi limiti, i requisiti, i criteri di partecipazione più in generale il funzionamento. Dall’altro ci sono le ripercussioni pratiche visto che il Security Action for Europe rientrando a pieno nel più ampio piano ReArm Europe rappresenta il segnale inequivocabile che l’Europa intende procedere costi quel costi sulla difesa comune.
Premesso questo gli effetti sui Leonardo società non possono che essere positivi come del resto dimostra la reazione su Leonardo titolo azionario. Stando ad alcune proiezioni condotte da Equita il colosso italiano della difesa potrebbe intercettare un business compatibile con un upside potenziale a livello di ricavi / Ebitda nel range tra il 10 e il 15% rispetto a quelli che sono gli obiettivi del piano strategico al 2029. Se così dovesse essere si tratterebbe di una quota non indifferente a tutto vantaggio del profilo finanziario stesso della società.
Il fondo SAFE approvato dall’Unione Europea si candida ad essere uno dei più importanti catalizzatori di lungo termine per un titolo, come Leonardo, che si è già apprezzato tantissimo in scia proprio all’aumento generalizzato delle spese militari. Rispetto ad un mese fa i prezzi di Leonardo sono più alti del 16% mentre la performance da inizio anno è del 100%.
Facciamo notare che con la nuova zampata innescata dal fondo SAFE, Leonardo ha già raggiunto quei 52 euro di target price aggiornato al rialzo che Goldman Sachs aveva fissato appena una settimana fa nell’ambito della conferma della view bullish sul titolo (rating buy).
Insomma il titolo proviene si da un lungo rialzo ma l’apprezzamento, in linea di tendenza, è destinato a proseguire.
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Cosa è il piano SAFE e perchè sarà un catalyst per tutte le azioni europee della difesa
Senza scendere troppo nei tecnicismi militari, lo strumento SAFE (Support for Ammunition and military Equipment Facilities) a cui fanno capo i fondi relativi, è una risposta pragmatica al fallimento della precedente iniziativa EDIP (European Defence Industrial Programme), che si era bloccata a causa di prolungate negoziazioni tra gli Stati membri.
Concretamente SAFE prevede la possibilità, per i Paesi membri, di accedere a prestiti finanziati dall’UE finalizzati all’acquisto di equipaggiamento militare. L’obiettivo è duplice: da un lato, velocizzare i rifornimenti militari necessari per garantire la sicurezza europea e sostenere i partner come l’Ucraina e dall’altro rafforzare la base industriale della difesa europea.
Excellent news – our Defence Industrial Readiness Loan Instrument, SAFE, has been agreed by Member States.
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) May 21, 2025
Europe is taking greater responsibility for its own defence in an increasingly dangerous world.
This means cutting-edge capabilities – for our Union, for Ukraine, for our… https://t.co/4HUW77bTDQ
Per avere accesso ai fondi SAFE, tuttavia, saranno richiesti precisi criteri di origine. Almeno il 65% del valore del sistema d’arma da acquistare dovrà essere prodotto in uno Stato membro dell’Unione Europea, in Ucraina o in un Paese appartenente allo Spazio economico europeo o all’Associazione europea di libero scambio (EFTA) solo il restante 35% potrà invece provenire da Paesi terzi.
Questo requisito ha un obiettivo strategico molto chiaro: stimolare la produzione interna e ridurre la dipendenza dell’UE da fornitori di armi esterni.
Per le azioni del settore europeo della difesa si tratta di una inequivocabile occasione di ulteriore visibilità.
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